mercoledì 29 febbraio 2012

Rubrica: Topo di Biblioteca


Prima di tutto posso stappare lo spumante (siamo italiani :-P) perchè ho finalmente riportato in biblioteca Canto di Natale di Dickens che giaceva sulla mia poltrona con oltre un mese e mezzo di ritardo. Fortunatamente la biblioteca stava parlando con un'altra persona quando ha preso il libro così non mi ha detto nulla ed io mi sono defilata a capo chino.
Non contenta una volta tornata a casa sapevo già che mi aspettava un giro nella biblioteca sotto casa perchè altrimenti non avrei avuto nulla da mostrarvi questa sera. Così sono zompettata giù alla ricerca di un unico e singolo libricino che si è moltiplicato per tre una volta uscita. Questa rubrica sarà la mia rovina XD Mi ci vorranno giornate di 36 ore d'ora in poi. Però anche la bibliotecaria mi ha tentata! Mi ha detto che potevo prendere un massimo di 4 libri, ma che se fossero stati 5 me li avrebbe lasciati lo stesso! Sarà che ormai mi vede più della sua famiglia XD

E così sono tornata a casa con...


Titolo: Non sottomessa. Contro la segregazione nella società islamica.
Autore: Ayaan Hirsi Ali
Traduttore: A. Lamberti

Editore: Einaudi (Collana: Stile libero Big)
Pagine: 116 Formato: Brossura
Prezzo: 11.50€
Isbn: 9788806176501
Codice bibliotecario: 305.42 HIR

TramaForse proprio la morale sessuale che ci viene inculcata fin da bambini può spiegare la condizione di arretratezza mentale e materiale in cui noi musulmani ci troviamo.
Ayaan Hirsi Ali

Ayaan Hirsi Ali, musulmana, esprime la piú radicale e coraggiosa posizione mai apparsa per la libertà della donna nell'Islam. Questo libro, che comprende anche la sceneggiatura di Submission, il film del regista Theo van Gogh, si pubblica contemporaneamente in molti Paesi d'Europa. Per le sue idee, gli stessi che hanno ritenuto blasfemo il film di Theo van Gogh hanno condannato Ayaan Hirsi Ali a morte.
«Theo van Gogh era un maschio e olandese autoctono. È stato ammazzato, non perché fosse una personalità eccentrica, invadente e trasgressiva - lo era senz'altro - ma per aver avuto a che fare troppo da vicino con Ayaan Hirsi Ali, la giovane donna autrice di questi scritti». 
Dalla Introduzione di Adriano Sofri

Van Gogh, che è stato colpito da otto proiettili di pistola, ha avuto il tempo di implorare: «Pietà, pietà» e «Non farlo». Da morto è stato sgozzato ritualmente, e sul suo ventre l'assassino ha conficcato con un coltello una meticolosa lettera, cinque fogli, di devote bestemmie e minacce feroci. Ha fatto da bacheca per il manifesto minatorio di quel fanatico islamista che annunciava la condanna a morte di Ayaan Hirsi Ali, e qualcun altro. Lei vive scortata e nascosta.
Adriano Sofri

L'autriceAyaan Hirsi Ali nasce in Somalia nel 1969, figlia di Hirsi Magan, noto leader dell'opposizione contro Mohamed Siad Barre. Nel 1976 il padre è costretto a rifugiarsi all'estero e tutta la famiglia lo segue. A ventidue anni Ayaan Hirsi Ali viene promessa in sposa contro il proprio volere. Non si presenta alla cerimonia e fugge in Germania, e da qui nei Paesi Bassi, dove presenta domanda di asilo. Impara l'olandese e fa l'interprete in alcune cliniche in cui si praticano aborti e in case di accoglienza per donne maltrattate e minacciate. Studia scienze politiche. Dopo la laurea lavora presso l'ufficio studi del partito socialdemocratico. Giornali radio e tv parlano di lei e delle sue aspre critiche alla società islamica, che non risparmiano la sinistra e il suo modo di affrontare la questione. Dopo aver ricevuto una fatwa con la condanna a morte, Ayaan Hirsi Ali è costretta a rifugiarsi all'estero.
Scrive la sceneggiatura di Submission, il film del regista Theo van Gogh, ritenuto blasfemo dai fondamentalisti islamici.
Oggi Ayaan Hirsi Ali vive protetta, in un luogo sconosciuto.


Titolo: Il momento di uccidere
Autore: John Grisham
Traduttore: R. Rambelli

Editore: Mondadori (Collana: Oscar bestsellers)
Pagine: 530 Formato: Brossura
Prezzo: 10.00€
Isbn: 9788804506935
Codice bibliotecario: 813.5 GRI

Trama: Hanno picchiato a sangue e violentato sua figlia. Carl Lee Hailey è nero ed è un eroe del Vietnam; loro sono due bianchi, ubriachi e razzisti. Li uccide, in preda ad una furia selvaggia, davanti a numerosi testimoni. Si tratta di brutale omicidio o esecuzione esemplare? Vendetta o giustizia? Il caso infiamma gli Stati Uniti. Per dieci giorni in un tribunale del profondo Sud americano si discute la colpevolezza di un uomo senza mai poter ignorare il colore della sua pelle.

L'autoreJohn Grisham (1955, laureatosi in legge nel 1981, per nove anni è stato avvocato penalista. Ha ricoperto anche incarichi politici come membro della "Mississippi House of Representatives". È nel comitato dell'Innocence Project di New York ed è presidente del comitato del Mississippi Innocence Project alla facoltà di legge dell'University of Mississippi. È l'autore di: Il momento di uccidere, Il Socio, Il Rapporto Pelican, Il Cliente, L'appello, L'uomo della pioggia, La Giuria, Il Partner, L'avvocato di strada, Il Testamento, I Confratelli, La casa dipinta, La convocazione, Fuga dal Natale, Il re dei torti, L'allenatore, L'ultimo giurato, Il Broker, Innocente, Il professionista, Ultima sentenza, Il ricatto (2009), Ritorno a Ford County (2010), Io confesso (2010), tutti editi da Mondadori. Vive in Virginia e in Mississippi.

Il film: Clanton, Mississippi. Non ha retto al dolore di quell'assurda brutalità. Due bianchi hanno stuprato sua figlia: un'adolescente di colore. E lui, Carl Lee Hailey, stanco di una giustizia razzista si vendica da solo: ammazzando i due violentatori.
Sulla sbarra, il processo assume tinte forti. Il verdetto di colpevolezza sembra ormai inevitabile. Soprattutto per la presenza del cinico, razzista, Procuratore distrettuale Rufus.
Ma dalla parte dell'imputato, c'è il giovane e brillante avvocato liberale Jake Brigance. Uno che crede nei diritti umani e che non si lascia intimidire dalla fama del suo avversario. Con l'aiuto della grintosa e bellissima studentessa di legge Ellen, intende trovare la strada della giustizia. Quella super partes, imparziale e giusta, del governo degli Stati Uniti...
Regista: Joel Schumacher Cast:(Carl Lee Hailey) Samuel L. Jackson, (Procuratore Rufus Bckley) Kevin Spacey, (Jake Tyler Brigance) Matthew McConaughey, (Ellen Roark) Sandra Bullock, (Lucien Wilbanks) Donald Sutherland, (Ethel Twitty) Brenda Fricker, (Harry Rex Vonner) Oliver Platt, (Tanya Hailey) Raeven Kelly Lingua: Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo, Tedesco, Portoghese Sottotitoli: Francese, Italiano, Spagnolo, Portoghese, Olandese, Svedese, Norvegese, Finlandese, Danese Durata: 149 minuti

Manca il terzo libro, ma lo conservo per la prossima settimana :-P
Notteeeeeeeeeeeeeeeeeeee.

lunedì 27 febbraio 2012

Rubrica: Dorfles consiglia

Ed eccomi nuovamente qui per un nuovo appuntamento con Dorfles consiglia, la rubrica dedicata ai consigli libreschi che il professore Piero Dorfles dà durante la trasmissione Per un pugno di libri, che ricordo andare in onda la Domenica alle 18 su Rai3.
Questa settimana gli spettatori da casa hanno sorpreso me ed i due conduttori indovinando ben due definizioni, io dal canto mio continuo a non arrivarci XD
Ma veniamo a noi...
Inizio presentando il libro di puntata, La morte della Pizia (curiosamente pubblicato da Adelphi come il libro della scorsa puntata), dato che, in qualche modo, i libri che il professore suggerisce sono legati ad esso.

Titolo: La morte della Pizia
Autore: Friedrich Dürrenmatt
Traduttore: R. Colorni

Editore: Adelphi (Collana: Piccola Biblioteca)
Pagine: 68 Formato: Brossura
Prezzo: 8,00€
Isbn: 9788845902963

Sinossi: «Stizzita per la scemenza dei suoi stessi oracoli e per l’ingenua credulità dei Greci, la sacerdotessa di Delfi Pannychis XI, lunga e secca come quasi tutte le Pizie che l’avevano preceduta, ascoltò le domande del giovane Edipo, un altro che voleva sapere se i suoi genitori erano davvero i suoi genitori, come se fosse facile stabilire una cosa del genere nei circoli aristocratici, dove, senza scherzi, donne maritate davano a intendere ai loro consorti, i quali peraltro finivano per crederci, come qualmente Zeus in persona si fosse giaciuto con loro». Con queste parole spigolose e beffarde ha inizio La morte della Pizia e subito il racconto investe alcuni dei più augusti miti greci, senza risparmiarsi irriverenze e furia grottesca. Ma Dürrenmatt è troppo buono scrittore per appagarsi di una irrisione del mito. Procedendo nella narrazione, vedremo le storie di Delfi addensarsi in un «nodo immane di accadimenti inverosimili che danno luogo, nelle loro intricatissime connessioni, alle coincidenze più scellerate, mentre noi mortali che ci troviamo nel mezzo di un simile tremendo scompiglio brancoliamo disperatamente nel buio». L’insolenza di Dürrenmatt non mira a cancellare, ma a esaltare la presenza del vero sovrano di Delfi: l’enigma. La morte della Pizia è stato pubblicato da Dürrenmatt all’interno del Mitmacher nel 1976.

L'autoreFriedrich Dürrenmatt è stato uno scrittore, drammaturgo e pittore svizzero.
La produzione letteraria di Dürrenmatt è sempre stata caratterizzata da una pungente satira e spirito critico nei confronti della società. Oltre a numerosi racconti, fra cui spiccano La morte della pizia, L’eclissi di luna, La panne, Il Minotauro, Natale, sono di grande interesse i romanzi Il sospetto, La promessa, Il giudice e il suo boia, nei quali, attraverso il sapiente utilizzo di trame investigative, intende dimostrare una tesi ben precisa: il caso governa i destini umani. Per Dürrenmatt l’accurata costruzione di una rete chiusa di eventi fittizi nella trama di un romanzo, a maggior ragione romanzo poliziesco, dimostra di non essere un valido specchio del reale e di essere una costruzione intellettuale debole.
Tema centrale nella produzione dell'autore è anche il concetto di giustizia. Per Dürrenmatt il complesso poliziesco-giudiziario, nei suoi meccanismi di indagine e di giudizio, è incapace di cogliere il senso più autentico della verità umana. Ciò che spesso sfugge alla giustizia dei tribunali può essere eticamente condannabile, o viceversa. Il racconto La panne. Una storia ancora possibile è un mirabile esempio di un rovesciamento di situazione del protagonista nei confronti del concetto di giustizia, presente anche in altre opere dell'autore. -Wikipedia-

Titolo: Il disagio della libertà. Perchè agli italiani piace avere un padrone.  
Autore: Corrado Augias

Editore: Rizzoli (Collana: Saggi Italiani)
Pagine: 168 Formato: Rilegato
Prezzo: 15,00€
Isbn: 9788817055079

Sinossi: In novant’anni di storia, dal 1922 al 2011, abbiamo avuto il Ventennio fascista e il quasi-ventennio berlusconiano: per poco meno di metà della nostra vicenda nazionale abbiamo scelto di farci governare da uomini con una evidente, e dichiarata, vocazione autoritaria. Perché? Una risposta possibile è che siamo un popolo incline all'arbitrio, ma nemico della libertà. Vantiamo record di evasione fiscale, abusi edilizi, scempi ambientali. Ma anche di compravendita di voti, qualunquismo: in poche parole una tendenza ad abdicare alle libertà civili su cui molti si sono interrogati. Da Leopardi a Carducci che dichiarava “A questa nazione, giovine di ieri e vecchia di trenta secoli, manca del tutto l’idealità”, fino a Gramsci che all'arbitrio un individualismo pronto a confluire nelle “cricche, le camorre, le mafie, sia popolari sia legate alle classi alte”. Per tacere di Dante con la sua invettiva “Ahi serva Italia, di dolore ostello!” e di Guicciardini con la denuncia del nostro amore per il “particolare”. Con la libertà vera, faticosa, fatta di coscienza e impegno sembriamo trovarci a disagio, pronti a spogliarcene in favore di un qualunque Uomo della Provvidenza. L’ultima occasione perduta è stata Tangentopoli, una grande spinta di rivolta contro la corruzione cui non è seguita una stagione di rinnovamento, bensì un periodo tra i più bui della nostra democrazia. Pesa su questo atteggiamento la particolarità di una storia difficile e divisa. Lo spirito civico, infatti, non si improvvisa. La lealtà e l’orgoglio nazionale non si istituiscono per decreto. Ma se c’è un momento in cui avremmo bisogno di una svolta, di un empito d’orgoglio nazionale, è proprio l’attuale. Questo libro, un’indagine colta e curiosa su una pericolosa debolezza del nostro carattere, è anche un appello a ritrovare il senso alto della politica e della condivisione di un destino. La libertà, intesa come il rispetto e la cura dei diritti di tutti, non è un’utopia da sognare ma un traguardo verso cui tendere.

L'autoreCorrado Augias è giornalista, scrittore, autore e conduttore televisivo. Tiene la rubrica quotidiana delle lettere su “Repubblica”. Tra i suoi ultimi libri ricordiamo I segreti di Roma (2005), Inchiesta su Gesù (con Mauro Pesce, 2006), Leggere. Perché i libri ci rendono migliori, più allegri e più liberi (2007), Inchiesta sul cristianesimo (con Remo Cacitti, 2008), Disputa su Dio e dintorni (con Vito Mancuso, 2009) e I segreti del Vaticano (2010), tutti pubblicati con Mondadori.

Titolo: Il destino dei Malou
Autore: Georges Simenon
Traduttore: F. Di Lella, Maria L. Vanorio

Editore: Adelphi
Pagine: 200 Formato: Brossura
Prezzo: 18,00€
Isbn: 9788845926570

Trama: In un nebbioso, buio pomeriggio di no­vembre, Eugène Malou si spara un colpo di pistola uscendo dalla casa del conte d'Estier, a cui ha invano tentato di chie­dere un prestito. Tutti, in città (una pic­cola città della provincia francese), pensano che lo abbia fatto perché ormai era rovinato. E da una virulenta campagna di stampa hanno appreso sul suo passato dettagli sordidi, inquietanti. Alla famiglia lo spericolato imprenditore non lascia neanche i soldi per il funerale. Tensioni e rancori non tarderanno a scatenarsi, e ciascuno andrà per la sua strada. L'unico a restare in città sarà Alain, il figlio minore, che non accetta né di andare a vivere a Parigi con la madre, né di condividere con la sorella, una procace giovane donna la cui aggressiva impudicizia lo turba e lo imbarazza, l'ap­partamentino che le ha preso in affitto il suo amante, un noto chirurgo fornito di una moglie e due bambine. Ad Alain toccherà un compito arduo: uscire dall'in­con­sapevolezza in cui ha sempre vissuto, e soprattutto ricostruire un'immagine coerente dell'uomo che è stato suo padre – mettendo insieme gli sparsi tasselli della propria memoria e i racconti di quei pochi che l'hanno conosciuto davvero. Nel corso di quella che sarà al tempo stesso una sorta di indagine e un'iniziazione alla vita, il ragazzo scoprirà non solo quanto possano essere ingannevoli le apparenze, ma anche quale sia la vera ragione del suicidio di Eugène Malou. E saprà di essere, come suo padre, come suo nonno, un autentico Malou. Al­lora, e soltanto allora, potrà andare «incontro al suo destino».

L'autoreGeorges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha lasciato centonovantatré romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 76 romanzi e 26 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».

Titolo: Cantami, o mouse. Il mondo di oggi spiegato dagli antichi 
Autore: Michele Mirabella

Editore: Mondadori (Collana: Ingrandimenti)
Pagine: 168 Formato: Rilegato
Prezzo: 17,50€
Isbn: 9788804613022

Sinossi: Nessuno meglio degli antichi riesce a spiegarci il mondo di oggi.
Cleopatra, la regina egizia che ha saputo trasformarsi in un'icona immortale, può insegnarci le regole del marketing più di tanti incravattati consulenti aziendali. Il mito della mela della discordia getta una luce tutta nuova sul matrimonio di William e Kate (e le natiche della cognata Pippa). Venere, che splendida si erge da una conchiglia, dà lezioni di vera bellezza alle scollacciate divette della TV. Le tragedie di Shakespeare ci fanno riflettere sui nuovi mezzi di comunicazione (cosa sarebbe successo se Giulietta avesse avuto il cellulare?). Omero può farci capire come i mass media raccontano la guerra, Giulio Cesare e Alessandro Magno come i politici usano la comunicazione, con illuminanti paralleli fra il nodo di Gordio e il taglio dei nastri. E poi le piramidi e i tronisti, Facebook e il fiume Lete, il Discobolo e Francesco Totti...
Nessuno meglio di Michele Mirabella, il "professore" della televisione italiana, esperto e appassionato di cultura classica e docente universitario di sociologia della comunicazione, poteva fare un libro come questo. Nell'atmosfera divertita di un simposio d'altri tempi, con un'ironia che mai lascia il posto alla seriosità e alla noia, l'autore confronta i grandi miti del nostro passato e le piccole manie della nostra epoca. L'affascinante cortocircuito temporale ogni volta rivela uno spunto, mostra un guizzo, regala un lampo, un sorriso. E una pagina dopo l'altra si scopre l'insospettabile, illuminante attualità della cultura classica.

L'autoreMichele Mirabella, pugliese di Bitonto, è regista, autore e attore di teatro, radio, cinema e televisione (fra i suoi programmi ricordiamo "Elisir", "Cominciamo bene", "Amor Roma" e "Apprescindere"). Docente universitario, giornalista e saggista, ha pubblicato Fare teatro, La lunga vita di Elisir, La più bella del villaggio, Lo spettatore vitruviano e alcuni racconti.

Il libro di puntata ho già deciso che lo leggerò appena migro verso Chieri. Per dieci minuti di macchina mi scoccia veramente tanto chiedere il prestito tra biblioteche. Ebbene si...Faccio occhio all'inquinamento del pullmino che porta i libri alla mia biblioteca sotto casa quindi cerco sempre di richiedere i libri dai paesi più vicini (e nei quali però non vado) e se invece il libro è a Chieri ci vado quando devo fare la spesa.
Anche il libro di Mirabella mi ispira assai, nonostante mi sia venuto il dubbio che sia una mezza cavolata XD Chissà...

A domani ^^

Rubrica: Blog notes {7}

Buondì!

Siccome sono riprese le lezioni da oggi, si dice sempre da Lunedì comincio, ho deciso di iniziare a studicchiare un pò per non arrivare sempre all'ultimo minuto con una mole impressionante di pagine da leggere.
Quindi per ora faccio una piccola toccata e fuga per il nostro appuntamento settimanale con Blog notes, la rubrica che ho scopiazzato da Rowan del blog Ombre Angeliche e che ha lo scopo di riassumere gli impegni della settimana, e poi stasera dopo pappa penso a tutto il resto!

LunedìRubrica Blog Notes + Rubrica Dorfles consiglia
MartedìRubrica Topo di biblioteca
MercoledìRubrica Lista dei desideri + Recensione
GiovedìRubrica Un giovedì in giallo + Recensione
VenerdìRubrica Telefilm Addicted + Rubrica (di cui devo ancora decidere il titolo @.@)
Sabato: Recensione
DomenicaRubrica Non solo libri

Ebbene sì, ho letto parecchio ultimamente in modo da rifarmi del mese trascorso che mi ha visto poco attiva.
Venerdì spero di ricordarmi della rubrichetta nuova XD La scorsa settimana me ne sono proprio dimenticata!
E spero anche di aver qualcosa da dire Domenica. Imperterrita ripropongo Non solo libri ad inizio settimana, ma alla fine non scrivo niente.
Vedremo...

A frappè per Dorfles consiglia! ^^

venerdì 24 febbraio 2012

Rubrica Telefilm addicted - Who killed Rosie Larsen?


Chi ha ucciso Rosie Larsen?
E’ quello che mi sono chiesta anche io durante il mio periodo di latitanza. Non mi ricordo bene come abbia appreso l’esistenza di questo telefilm ma The Killing mi ha subito colpita. Saranno state le atmosfere cupe di Seattle? Saranno stati gli attori che finalmente sembrano persone normali e non i soliti belli che più belli non si può? Buh...Chi lo sa. Sta di fatto che io sto attendendo con ansia la seconda stagione dato il finale aperto che hanno lasciato *-*
Rispetto a molti pareri che ho letto su internet so di andare controcorrente ma dalla mia sappiate che ho la mancanza di paragone con l’originale.

Tutto inizia nel 2007 quando in Danimarca mandano in onda una serie intitolata Forbrydelsen (che tradotto in inglese vuol proprio dire The Killing). Ha buoni ascolti in mezza Europa (Norvegia, Svezia, Finlandia, Francia, Germania, etc) e persino in Inghilterra riscuote grande successo dopo la messa in onda da parte della BBC del telefilm in lingua originale sottotitolato in inglese.
Nel 2010 la AMC, una rete televisiva statunitense, stanca delle cose originali decide di riesumare questo pezzo da museo, perché si sa che dopo 3 anni i telefilm puzzano, approvando la sceneggiatura di The Killing il remake made in USA della versione danese. La cosa triste è che non ce n’era bisogno dato che l’originale ha in produzione la terza stagione quindi è anche ben avviata e l’unica cosa che le mancava era solo il doppiaggio!
Lo so, da queste prime righe dal tono ironico sembra quasi che la disprezzi, ma non è così. Ciò che non riesco a concepire è questo bisogno di copiare a tutti i costi. Chi è Telefilm Addicted come me credo abbia già capito dove voglio andare a parare e cosa realmente mi brucia. Giusto l’altro giorno ho letto che è stato scelto il protagonista di Elementary, ovvero la versione CBS di Sherlock! Non me ne voglia Jonny Lee Miller, ma come è accaduto per la versione americana di Being Human così accadrà per quella di Sherlock. Non la vedrò mai.
Qual è la differenza tra questi telefilm che ho appena citato e Forbrydelsen? La differenza sta nel fatto che hanno deciso di rinchiudere la serie danese in una bolla per cui i paesi che hanno visto la traduzione hanno potuto ammirare la serie originale e noi poveri mortali dobbiamo accontentarci del remake. Chi sa l’inglese può cercarla sottotitolata, ma da noi dato che hanno già mandato in onda la versione USA doppiata mi sa che non arriverà mai l’originale.

La storia di The Killing si sviluppa attraverso tre diversi punti di vista che però hanno tutti qualcosa in comune, ovvero la morte di Rosie Larsen una ragazza di diciassette anni ritrovata annegata nel bagagliaio di un’auto dopo che quest’ultima era stata gettata in un lago.
Il punto di vista più intenso tra tutti, e quello che ho preferito, è senza dubbio lo sguardo che lo spettatore ha sul dolore della famiglia Larsen. Una famiglia che ovviamente stenta a rimettersi in piedi dopo questa tragedia. Mitch Larsen (interpretata da una stupenda Michelle Forbes) non riesce ad accettare la morte della figlia e si estrania quasi dal mondo soprattutto dal marito, Stanley, e dai figli più piccoli Tom e Denny. Stan dal canto suo cerca di ritrovare la stabilità persa prendendo in mano le redini della casa e continuando a dirigere la propria piccola impresa di trasporto merci per evitare di pensare alla piccola Rosie. Purtroppo non tutto si può spazzare sotto al tappeto.
Il secondo punto di vista è quello che occupa più spazio nel telefilm ed è ovviamente quello dei detective incaricati: Sarah Linden e Stephen Holder. Sarah è ormai prossima alle nozze, ma soprattutto al trasferimento. Porta con se un bagaglio emotivo abbastanza pesante dato che praticamente è stata abbandonata da tutti, in primis dai genitori, e quindi nonostante i casi diventino per lei una vera e propria ossessione quando si rapporta con gli altri è fredda e distaccata, anche con coloro che stanno soffrendo di più.
Stephen Holder (interpretato dallo svedese Joel Kinnaman), invece, è un ex detective della narcotici, dove lavorava sotto copertura, ed ex tossico apparentemente “promosso” alla sezione omicidi per farlo uscire dal tunnel della droga. Nonostante arrivi a Seattle per prendere il posto di Sarah si ritroverà a farle più che altro da spalla dato che il capo della omicidi le chiede di rimanere per qualche giorno a causa dell’alto profilo del caso.
Infatti il terzo ed ultimo punto di vista è quello di Darren Richmond che sta affrontando una campagna elettorale per diventare sindaco. Va detto che Darren si ritrova coinvolto nella vicenda casualmente. La macchina in cui viene ritrovato il corpo della ragazza infatti appartiene al suo staff, ma presto si scopre essere stata rubata. Il suo coinvolgimento quindi è solo un caso?
Con il tempo si capisce che in questo telefilm il caso non esiste, semplicemente esiste una fitta trama dalla quale qualcuno deve cadere.
Tra le tre prospettive quest’ultima è quella che secondo me si amalgama meno nella storia. Molto probabilmente perché gli ambienti in cui si trova sono sempre molto luminosi e quindi in contrasto con le atmosfere cupe della Seattle di Sarah e Stephen o del dolore dei Larsen, ma anche perchè tutto ciò che ruota intorno a Darren Richmond ha poco a che fare con Rosie dato che si occupa principalmente della sua campagna elettorale e della raccolta fondi e/o voti.
Nonostante ciò secondo me il bandolo della matassa per districare questo omicidio risiede proprio in questi ambienti...sono quasi giunta alla conclusione che sia tutta una manovra politica che però non ho ancora capito dove vuole andare a parare.


Insomma, una seconda stagione per chiarirmi tutti questi dubbi ci va proprio.
Ma ultimamente si è aggiunto un altro dubbio...Che fine avrà fatto Desperate Housewife? E' scomparso da Rai2 dopo i primi tre episodi ._.

Ed ora ci va proprio il letto perchè ho sonnissimo XD Ho talmente sonno che neanche rileggo sperando in bene ù.ù
Bye bye

giovedì 23 febbraio 2012

Rubrica: Un giovedì in giallo

Bonne Soire!

Ebbene sì. Il nuovo libro di Pupo mi incuriosisce da morire. Principalmente la mia curiosità deriva dal fatto che una volta tanto un "famoso" non scrive una sua biografia (che sinceramente non me ne può fregar di meno), ma si cimenta con un testo di narrativa.
Scriverà bene? Non scriverà bene? Il suo giallo sarà gialloso o una mezza ciofeca? Mah...

Titolo: La confessione
Autore: Enzo Ghinazzi

Editore: Rizzoli (Collana: Rizzoli Best)
Pagine: 252 Formato: Rilegato
Prezzo: 17.00€
Isbn: 9788817054782

Trama: Sanremo. A poche ore dalla serata finale del Festival della Canzone, un clamoroso omicidio scuote il mondo dello spettacolo e l’Italia intera: uno dei cantanti più amati dal pubblico è stato ucciso nella sua lussuosa suite con un colpo di pistola al volto. Delle indagini è incaricato il commissario Oscar Borrani – qualche chilo di troppo, un matrimonio fallito che brucia ancora e una gran voglia di chiudere il caso nel minor tempo possibile: in vent'anni di carriera, di morti ne ha già visti abbastanza, e sa che portano sempre rogne. Ma i morti non sono tutti uguali, ed Enrico Bertini in arte Chico non è mai stato un uomo come gli altri. Sregolato, geniale, eccessivo in tutto – nell'amore per le donne, il rischio, il successo – ha vissuto bruciando ogni tappa, spingendo sempre al massimo, lasciandosi alle spalle un esercito di nemici. E di segreti che soltanto il sangue della vendetta potrà lavare via. Imprevedibile e funambolico come il suo autore, La confessione è un thriller che ci trascina nel mondo sfavillante dello spettacolo, mostrandoci dall'interno la sua anima nera. Un romanzo che non ha paura di commuovere, di stupire e, fino all'ultima pagina, di colpire dove fa più male.

L'autoreEnzo Ghinazzi (1955), in arte Pupo, ha iniziato la sua carriera come cantautore negli anni Settanta, vendendo oltre venti milioni di dischi nel mondo. Più di recente ha portato al successo numerosi programmi televisivi. Conduce tutti i giorni una trasmissione radiofonica. Questo è il suo primo romanzo. Il suo sito ufficiale è www.pupo.tv.

Booktrailer

Prendo un piccolo spazietto per annunciare che è arrivato un libro nuovo a casa mia *-*
Si tratta di Chanel non fa scarpette di cristallo che come dissi qualche post fa sono riuscita a vincere in un giveaway. Ancora grazie a Follettina di Tra le righe ed oltre...! ^^


Ed ora zompetto a vedere Il giovane Montalbano perchè è l'unico modo che ho per conoscere questo fantastico personaggio. I libri proprio non li riesco a leggere T.T

mercoledì 22 febbraio 2012

Rubrica: Lista dei desideri {5}

Eccomi di nuovo qui XD

Dalla recensione passo alla mia Lista dei desideri!!!
Fortunatamente per questo spazio c'è materiale per gli anni a venire e per colpa del telefilm Castle si allunga ancora!

Titolo: Sconosciuti in treno
Autore: Patricia Highsmith
Traduttore: E. Danesi Traversari

Editore: Bompiani (Collana: Tascabili Narrativa)
Pagine: 300 Formato: Brossura
Prezzo: 7.75€
Isbn: 9788845244841

TramaUn incontro casuale in treno, due sconosciuti che cominciano a parlare per vincere la noia del viaggio... Una storia indimenticabile in cui la ragione sembra cedere il passo alla follia.

Guy Haines e Charles Anthony Bruno si trovano per caso a viaggiare nello stesso vagone di un treno diretto verso sud. Per vincere la noia del viaggio cominciano a parlare e a raccontarsi vicende sempre più personali. E così i due viaggiatori scoprono di vivere due situazioni assai simili. Guy vuole divorziare dalla moglie per risposarsi, mentre Charles deve liberarsi di suo padre. A un certo punto Charles chiede a Guy: "Hai mai avuto voglia di ammazzare qualcuno?" Da questa fatidica domanda prenderà l'avvio un'inquietante vicenda al limite del surreale, il cui esito, secondo il piano preciso di Charles, sarebbe stato un duplice omicidio in cui ciascuno avrebbe dovuto uccidere per l'altro.


L'autrice: Di Patricia Highsmith (Fort Worth, Texas, 1921 – Locarno, Svizzera, 1995) Bompiani ha pubblicato tutte le opere narrative. I suoi romanzi e racconti hanno anche ispirato celebri film: da Sconosciuti in treno è stato tratto il capolavoro di Alfred Hitchcock L’altro uomo; il personaggio più famoso della scrittrice, Tom Ripley, è stato portato sullo schermo da Wim Wenders (L’amico americano) e poi riproposto con il volto di Matt Damon nel film Il talento di Mr. Ripley, per la regia di Antony Minghella; da Il grido della civetta Claude Chabrol ha tratto Il grido del gufo.

E siccome il suo ultimo libro che ho letto mi ha lasciato l'amaro in bocca punto sui pochi libri che ancora non ho letto.

Titolo: Se mi lasci fa male
Autore:  Stefania Bertola

Editore: TEA  (Collana: TeaDue)
Pagine: 152 Formato: Brossura
Prezzo: 8.00€
Isbn: 9788850218462 

Trama: Lui vi ha lasciate? È terribile, non resta che piangere, piangere, piangere ancora, disperarsi, lagnarsi ben bene con un paio di amiche e poi passare oltre. O volete entrare nella triste schiera delle vittime rancorose, di quelle tizie che tre anni dopo la separazione ce l’hanno ancora con l’ex? Guardate che lo spazio interno di un essere umano non è infinito, e se ne occupate svariati centimetri con rancori, rimpianti e altri sentimenti sgradevoli, non è che poi resta tutto questo spazio per immagazzinare sensazioni positive. E allora reagite, con l’aiuto di Se mi lasci fa male, un allegro alfabeto che vi aiuterà a districarvi nelle più comuni situazioni post-abbandono: dall’ex suocera al purè, dalla gita in campagna ai libri da leggere, dal rapporto con il cellulare a quello con i cassetti, scoprite come si può affrontare la fine di un amore senza che per questo finisca il mondo.

L'autriceStefania Bertola vive pressi di Torino, città dov’è nata. Traduttrice, sceneggiatrice, autrice e conduttrice radiofonica, lavora attualmente come autrice per la televisione. 

Recensione: Aspirapolvere di stelle di Stefania Bertola

Buona sera ^^

In realtà volevo passare per lasciare un'altra recensione, ma siccome ieri pomeriggio ho terminato Aspirapolvere di stelle oggi mi sentivo ispirata per parlare di questo libro che tirandone le somme mi ha un pò delusa. Peccato.

Voto: 
Titolo: Aspirapolvere di stelle
Autore: Stefania Bertola

Editore: TEA (Collana TeaDue)
Pagine: 320 Formato: Brossura
Prezzo: 8,60€
Isbn: 9788850205288 

Trama: Ginevra, Arianna e Penelope sono tre amiche che si sono messe in società per aprire un’agenzia di servizi domestici; sono le Fate Veloci, sempre pronte per risistemare un terrazzo devastato, per allestire un buffet etnico all’ultimo minuto, per risolvere un «ritorno moglie» (ovvero: come rendere presentabile la casa di un commercialista che ha giocato allo scapolo per una settimana). Tre caratteri tutti diversi ma precisa divisione dei compiti, grandi abilità, organizzazione perfetta e l’agenzia fila col vento in poppa. Tutto bene finché, una mattina che sembra come tutte le altre, squilla il telefono e la voce suadente di uno sconosciuto propone un lavoro piuttosto insolito. Comincia così per le tre Fate un periodo frenetico di novità, sorprese, incontri, ritorni, scoperte, rincorse, amori...


«Una nuova esilarante avventura delle irrequiete trentenni.»
Bruno Gambarotta, La Stampa
«Con grande umorismo la Bertola si districa tra vizi e virtù, regalandoci una lettura che è alla pari delle colleghe anglofone, regine del genere.»
Alessandra Casella, Oggi

L'autriceStefania Bertola vive pressi di Torino, città dov’è nata. Traduttrice, sceneggiatrice, autrice e conduttrice radiofonica, lavora attualmente come autrice per la televisione.

Recensione: Il mondo è bello perché è vario ed a me, questo libro, è piaciuto meno degli altri. Smaniavo dalla voglia di leggere Aspirapolvere di stelle perché ho letto molti commenti in cui veniva citato come il preferito per quanto riguarda gli scritti di questa autrice, ma io invece ho trovato una Bertola sotto tono rispetto a tutti gli altri libri che ho letto (Luna di Luxor, A neve ferma, Ne parliamo a cena e Biscotti e sospetti).
Non ho ritrovato i personaggi spassosi degli altri libri ed a parte un paio di battute mi hanno fatto ridere ben poco.
Ginevra e Arianna le ho trovate veramente irritanti. Una che non vuole tradire il marito morto e l’altra che vuole tradire quello vivo ed ovviamente sono le sole che cadono nelle spire di Federico che anche un cieco capirebbe essere un idiota. Due amiche, nonché colleghe, che rischiano quasi un’amicizia per un uomo palesemente stupido e che ha l’unico pregio di essere bello.
Una che non riesce a vedere quanto sia innamorata di un’altra persona (e che tra l’altro lo tratta con talmente tanta acidità da non permettere l’ilarità di alcune situazioni assurde) solo perché il suo nome non inizia con la stessa lettera del marito di cui è rimasta vedova e l’altra che si nasconde dietro l’eccentricità del marito (perché evidentemente aveva conosciuto il sosia ._.) per non ammettere di non tollerare la monotonia data dall’essere moglie e madre.
Gli unici personaggi che mi sono piaciuti sono Penelope ed Antonio. Lei così tremendamente svampita che non si può non amare e lui così cotto da non rendersene conto *-* Che bellini che sono *-*
Purtroppo però quando si parla del lavoro delle ragazze si cade nella monotonia perché nonostante vengano cambiati dei piccoli particolari fanno sempre le stesse cose e sono descritte anche con superficialità.
Il colpo di scena comunque è ben riuscito, dovuto anche alla complicità di Morgana nonché sorella di Ginevra. Evidentemente il gene della pazzia non si era ancora sviluppato quando è nata Ginevra, ma per i suoi fratelli Morgana e Martino era bello vispo XD Una sposina per sfinimento, ma infedele ed un ladro pronto a tutto che si ritrovano nella storia un po’ per caso ed un po’ per fortuna.
A tirarmi su di morale comunque c’era la mia Torino, Fiorio e Madonna di Campagna. Almeno leggendo ho potuto dire “io sono stata lì”.
Nel complesso risulta gradevole, scorrevole e leggero, ma per le risate puntate sugli altri libri.

Pagina 99

Mi congedo lasciando un'intervista che le hanno fatto.

Rubrica: Topo di Biblioteca - Georges Simenon

Bonne Soire!

Comincio col dire che devo fare una rivelazione...
Nonostante tenga questa rubrica sono una pessima, pessima, utente delle biblioteche (o meglio solo una che è la più lontana e mi scoccia andarci).
Vi ricordate che tempo fa presi in biblioteca Canto di Natale? Ebbene...Sono un mese e mezzo fuori scadenza. Basta. L'ho detto. Mi sono liberata.
Lunedì ed oggi volevo passare a restituirlo, ma non avevo compagnia per il pranzo ed aspettare le 3 da sola ed al freddo mi scocciava T.T Rimedierò Giovedì, spero.
Nonostante questo senza la minima vergogna oggi sono andata in quella sotto casa ed ho restituito un libro e ne ho preso un altro ù.ù

Titolo: L'uomo che guardava passare i treni
Autore: Georges Simenon
Traduttore: P. Messori

Editore: Adelphi (Collana: Biblioteca Adelphi)
Pagine: 211 Formato: Brossura
Prezzo: 17.00€
Isbn: 9788845906596
Codice bibliotecario: 843.91 SIM

Trama: La sera di un giorno qualsiasi, Kees Popinga si appresta a fumare un sigaro. Anche la sua vita è qualsiasi, e questo lo rallegra. Impiegato di una solida ditta olandese, è abituato a spartire le sue ore con perfetta regolarità. I suoi sentimenti non usano deviare, se non impercettibilmente, come per esempio per «quella certa emozione furtiva, quasi vergognosa, che lo turbava vedendo passare un treno, un treno della notte soprattutto, dalle tendine calate sul mistero dei viaggiatori». Quella sera, poche ore dopo, Popinga fu costretto ad accorgersi che la sua vita si disfaceva come un castello di carte. Ora gli accennava dall'oscurità una nuova esistenza, dove avrebbe avuto a che fare con figure per lui estranee: il sangue, le donne, l'imbroglio, il caso, la fuga, la paura, l'esaltazione, il falso, la polizia. Kees Popinga è uno di quegli uomini cosiddetti normali che Simenon predilige e che sa raccontare come nessun altro. La sua normalità, come ogni normalità, è illusoria: un meccanismo che, appena s'inceppa, diventa capace di tutto. Ma non tutti, a quel punto, sono capaci di tutto. Kees Popinga sì. Come era stato, un tempo, il più normale fra i normali, ora si sfrena e, preso da un'euforia sinistra, rovescia uno per uno tutti i capisaldi della sua realtà. La sua fuga è una sfida, e la sfida attira un'incalzante persecuzione, che ci trascina fino all'ultimo nella lettura. Personaggio paradigmatico dell'universo simenoniano, Popinga si insinua nella mente del lettore con una stupefacente familiarità. è come una carta da parati che abbiamo visto per anni e improvvisamente si metta a parlare. Dal momento in cui, un giorno, Popinga esce di casa e, chiudendo la porta, esce anche da se stesso, incontriamo di tutto e non riusciamo a evitare di vederlo con i suoi occhi. Il delitto, il terrore, la fantasticheria, la solitudine, la lucidità, la puntigliosità: sono nuovi pezzi su una vecchia scacchiera, e con il loro aiuto Popinga tenta disperatamente di eludere lo scacco matto. Alla fine, la sua vita, di cui ormai sappiamo tutto, sarà passata davanti ai nostri occhi, e ai suoi, come uno di quei misteriosi treni che amava guardare nella notte.

L'autoreGeorges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha lasciato centonovantatré romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 76 romanzi e 26 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».

lunedì 20 febbraio 2012

Rubrica: Dorfles Consiglia

Rieccomi ^^

Dunque come sapete questo è lo spazio dedicato ai libri che il il professore Piero Dorfles consiglia durante la  la trasmissione Per un pugno di libri, che va in onda la Domenica alle 18 su Rai3. Mentre mi spinzettavo in modo asimmetrico le sopracciglia ho giocato, rosicato (per chi ha vinto i 55 libri indovinando la definizione ù.ù) e soprattutto ascoltato i vari consigli.
Come sempre parlo prima del libro di puntata dato che, in qualche modo, i libri che il professore suggerisce sono legati ad esso e che in questo caso, come vi ho anticipato ieri, si tratta di Lolita.

Titolo: Lolita
Autore: Vladimir Nabokov
Traduttore: Arborio Mella G.

Editore: Adelphi
Pagine: 395 Formato: Brossura
Prezzo: 11,00€
Isbn: 9788845912542

Sinossi: «Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta. «Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita. «Dopo trentasei anni, rileggo Lolita di Vladimir Nabokov... Trentasei anni sono moltissimi per un libro. Ma Lolita ha, come allora, un’abbagliante grandezza. Che respiro. Che forza romanzesca. Che potere verbale. Che scintillante alterigia. Che gioco sovrano. Come accade sempre ai grandi libri, Lolita si è spostato nel mio ricordo. Non mi ero accorto che possedesse una così straordinaria suggestione mitica» (Pietro Citati).

L'autoreVladimir Nabokov è stato uno scrittore, saggista, critico letterario, entomologo, drammaturgo e poeta russo naturalizzato statunitense. Scrisse i suoi primi libri in russo, ma fu con i suoi romanzi in inglese che raggiunse la notorietà. L'opera più conosciuta di Nabokov è sicuramente il romanzo Lolita del 1955, spesso citato come uno dei più importanti testi narrativi del XX secolo (e da cui il regista Stanley Kubrick trasse l'omonimo film), seguito nello stesso anno da un altro romanzo scritto in lingua inglese: Pale Fire (Fuoco pallido). Compose altri scritti di argomento totalmente diverso, come alcuni contributi sull'entomologia e sul gioco degli scacchi. -Wikipedia-

Titolo: Blacklands
Autore: Belinda Bauer
Traduttore: Zucchella F.

Editore: Marsilio (Collana: Farfalle)
Pagine: 304 Formato: Brossura
Prezzo: 17,50€
Isbn: 9788831709989

TramaIl bambino voleva trovare la verità. Il killer voleva solo giocare.
Steven Lamb ha dodici anni, e passa il suo tempo a scavare buche nell'Exmoor. Spera di trovare il corpo di suo zio. Sono passati quasi vent'anni da quando il piccolo Billy, allora undicenne, è scomparso, probabilmente vittima del serial killer Arnold Avery, ora in carcere. Eppure, la nonna materna di Steven lo sta ancora aspettando, mentre la famiglia intorno a lei va in pezzi, incapace di superare una perdita così crudele. Per chiudere finalmente i conti con il passato, Steven decide di scrivere ad Avery una lettera anonima, chiedendo indicazioni sul luogo in cui ha sepolto Billy. Ma quando Avery capisce che ha di fronte un bambino, in lui ritorna prepotente l'istinto del killer.

«Una nuova voce nel thriller inglese, davvero brillante. Un tour-de-force psicologico» Guardian
«Il primo romanzo di Belinda Bauer rivela una straordinaria forza d’immaginazione e, vitale nella crime fiction, la capacità di creare paura ed empatia nel lettore» The Independent
«Grande ritmo, personaggi forti e tensione palpabile: Blacklands ha tutto questo. Un esordio straordinario da un autore molto promettente» Bookpage

L'autriceBelinda Bauer, nata in Gran Bretagna, ha vissuto in Sudafrica e negli Stati Uniti, prima di stabilirsi nel Galles. Ha lavorato come giornalista e sceneggiatrice per cinema e tv. Blacklands è il suo primo romanzo, già venduto in 22 paesi, vincitore del Gold Dagger 2010, selezionato come Exceptional Debut da «Publisher’s Weekly» e «Bookseller», tra i 10 titoli imperdibili di tv Book Club nel 2010.

Titolo: Caro sindaco, parliamo di biblioteche
Autore: Antonella Agnoli

Editore: Bibliografica
Pagine: 140 Formato: Brossura
Prezzo: 12,00€
Isbn: 9788870757095

Sinossi: Come l’acqua, le biblioteche sono un indispensabile bene comune che Google non può sostituire. Una società civile ne ha bisogno perché nella crisi sono una risorsa per i cittadini, in particolare quelli più deboli, meno capaci di usare le tecnologie, in difficoltà con il lavoro. Sempre, esse sono una diga contro l’imbarbarimento, un’indispensabile infrastruttura democratica. Questo è il motivo per cui tutti i grandi paesi continuano a costruirne e se ne aprono molte perfino nell’Italia che non legge. Il libro di Antonella Agnoli spiega come si può fare, anche in tempi di tagli di bilanci.

L'autrice: Sul sito della casa editrice non ho trovato la scheda dell'autrice perciò vi lascio il link ad un'intervista che le hanno fatto sul blog Biblioteca di Garlasco.

Titolo: L'iguana non vuole
Autore: Giusi Marchetta

Editore: Rizzoli (Collana: Narrativa Italiana)
Pagine: 300 Formato: Brossura
Prezzo: 17,50€
Isbn: 9788817050906

Trama: La scuola è assediata da un vento gelido.
È partito da Roma ed è sceso prima verso il Sud, a casa mia.
Ha congelato soldi, seppellito edifici, ha coperto la voce dei maestri licenziati. Ci ha fatti scappare al nord. E poi ci ha trovati.
Ce li hanno dipinti così, i professori precari di oggi: arrendevoli, menefreghisti e incompetenti. Invece sono bravi e arrabbiati. Finalmente un romanzo ce li racconta senza indulgenza o pregiudizi, per mostrarci come, in reazione alle ingiustizie di una scuola pubblica che sta cadendo a pezzi, scoppieranno – è solo questione di tempo – l’indignazione, la protesta. Perché Emma, ventotto anni, ha lasciato Napoli per lavorare in una classe a Torino. Non avrebbe voluto: le mancano una città e un amore di nome Gianni. Anziché insegnare latino si trova a seguire il caso di Andrea, un ragazzo autistico che reagisce con violenza alla cattiveria di alcuni professori. E intorno a lei vede solo la rassegnazione di chi accetta contratti impossibili o di chi, arreso, scappa all’estero. Con stupore Emma si renderà conto che è proprio il suo ragazzino pieno di problemi a insegnarle che non bisogna più accettare i ricatti di questo Paese. Contro le crisi di Andrea, infatti, la famiglia le ha suggerito di ricorrere all’iguana, suo immaginario totem personale: se l’iguana non vuole, quella cosa non si fa. Evocare l’animale serve a renderlo innocuo fino a quando, però, il ragazzo non si trattiene più e sfoga la sua rabbia. Così, a fine anno, quando su tutti si abbatterà una serie di ingiustizie pubbliche e personali, Emma maturerà l’idea che un dio in forma d’iguana sarebbe d’accordo nel punire subito i colpevoli di un’Italia che non funziona più. Lei è pronta a seguirlo.

L'autriceGiusi Marchetta nata nel 1982, da Napoli si è trasferita a Torino dove è insegnante di sostegno al liceo. Ha pubblicato le raccolte di racconti Dai un bacio a chi vuoi tu (Terre di mezzo), con la quale nel 2007 ha vinto il Premio Calvino, e Napoli ore 11 (Terre di mezzo, 2009). Questo è il suo primo romanzo.

A domani ^^

Rubrica: Blog Notes {6}

Buondì!

Riprendo le "vecchie" abitudini per cui ogni rubrica andrà, spero, al suo posto XD
Tra l'altro ho finalmente reiniziato i corsi e quindi uno posterò ad orari più accettabili dato che la mattina ho la sveglia presto e due di sicuro non perderò più la cognizione del tempo.
Ma quanto mi piace Antropologia? *-* La sto seguendo per la seconda volta solo perchè mi piace come spiega la professoressa *-* Beh...poi sostenere l'esame è tutt'altra storia, ma fortunatamente rimandare all'infinito dà i suoi frutti dato che l'esame sarà scritto quest'anno.
Si vede che non mi piace scrivere post striminziti vero?

Comunque veniamo a noi. Oggi è Lunedì e torna l'appuntamento settimanale con Blog notes, la rubrica che ho scopiazzato da Rowan del blog Ombre Angeliche e che ha lo scopo di riassumere gli impegni della settimana quindi:

LunedìRubrica Blog Notes + Rubrica Dorfles consiglia
MartedìRubrica Topo di biblioteca
MercoledìRubrica Lista dei desideri + Recensione
GiovedìRubrica Un giovedì in giallo
VenerdìRubrica Telefilm Addicted + Rubrica (Essendo nuova devo ancora decidere il titolo XD)
SabatoRubrica Good Intentions
DomenicaRubrica Non solo libri

E per ora è tutto.
A frappè per Dorfles consiglia! ^^

domenica 19 febbraio 2012

Premio: Liebster Blog

Buondì!

Con ritardo atroce ho un annuncio da fare.
Mi hanno assegnato un altro premio! *-*
Ringrazio tantissimissimo MissGabrielle di Leggere è...Sognare che mi ha assegnato il premio Liebster Blog!



Che cos'è il Liebster Blog? La parola Liebster deriva dal tedesco e significa "amabile". In questo caso, blog preferito. Ogni blogger che lo riceve deve consegnarlo ad altri cinque blog preferiti, con meno di duecento follower, altrimenti un sortilegio di antica tradizione gli farà perdere tutti i capelli...
(Non c'era bisogno della maledizione per tramandare il testimone T.T)


Ecco le semplici regole:
1. Il ricevente del premio dovrà ringraziare il blog che l'ha premiato e linkarlo.
2. Dovrà copiare e incollare l'immagine del Liebster Blog.
3. Scegliere cinque blog meritevoli con meno di duecento iscritti.
4. Avvisare i blogger con un commento sul loro blog.

E' un trauma assegnare il premio solo a 5 persone, ma ci provo @.@

- Who is Charlie?
- Tra le righe e oltre...
- Over the hills and far away
- DreamingLife
- Il colore dei libri

Fortunatamente sono stata leggermente aiutata nella scelta perchè alcuni blog che seguo hanno più di 200 follower e i blog dell'indecisione hanno inserito il premio nella colonna laterale quindi ho dato la precedenza a chi non l'ha ancora ricevuto.
Siete comunque tutti amabili *-*

P.s. Vi ricordo che tra poco su Rai3 andrà in onda Per un pugno di libri. Oggi il libro di puntata, se non ricordo male, sarà Lolita!

Rubrica: Telefilm addicted - Sherlock

Bonasera!
(E non mi sono dimenticata la u ù.ù)

Scusate l’assenza di ieri, ma ero morta sul divano causa medicine per contrastare l’allergia ù.ù
Ieri, infatti, siccome non avevo un ciufolo da fare ho finalmente deciso di dare una pulita alla mia stanza che se normalmente mi fa lamentare per le modeste dimensioni in quest’occasione mi sono dovuta ricredere. Tuttavia sono allergica alla polvere per cui nel giro di 30 secondi mi sono sentita malissimo. Dopo aver starnutito ben bene mi è rimasto un pesante mal di testa che ho contrastato proprio con le medicine con il risultato che mi hanno fatto crollare davanti alla tv mentre guardavo Sanremo (fortunatamente non mi sono persa Siani *-*).
Comunque nonostante abbia latitato in queste due settimana non vuol dire che me ne sia stata con le mani in mano, infatti, ho visto così tanti telefilm da poter riempire il blog per due mesi XD
No, vabbè, ho esagerato un pochettino, ma è comunque vero che mi sono data alla pazza gioia e nel frattempo sono diventata Sherlock dipendente, ho sbavato dietro ad un Teen Wolf, sognato grazie a qualche fiaba con Once upon a time e Michelle Forbes in The Killing mi ha lasciata il segno (e molto altro ancora, ma è meglio che dia tempo al tempo e non mostri la mia telefilm dipendenza così spudoratamente :-P).

Quest’oggi voglio parlare della prima serie che ho citato dato che mi ha anche scatenato l’idea per una rubrichetta nuova :-P
Lodi, lodi, lodi a Sherlock!
L’ho scoperto la sera di Natale sbirciando fortunatamente la televisione dei miei zii mentre già mi stavo infilando il cappotto per tornarmene a casa. Come ripeto fino allo sfinimento mio e vostro non vedo le reti Mediaset per cui quando vado in trasferta, se ne ho la possibilità, punto proprio su Italia1 e vivo di pubblicità per scoprire la serie “nuove”. Stavo quindi abbottonando il cappotto quando è passato questo:



Nel mio cervellino ho immagazzinato il titolo della serie e l’ho archiviato per quando avessi finito l’ultima stagione di Smallville (perché mi volevo molto male ù.ù). Il fatidico giorno è finalmente arrivato e la prima cosa che ho cercato è stata proprio Sherlock.
Tre episodi di 90 minuti l’uno per la prima stagione, vincitrice nel 2011 del premio BAFTA come Miglior serie drammatica, ed altrettanti per la seconda. Troppo, troppo, troppo pochi! Fortunatamente l’ho anche cercata tardi quindi ho avuto modo di trovare tutti e 6 gli episodi in un colpo solo perché in patria la prima stagione è stata trasmessa nel 2010 ed ha visto la messa in onda della seconda solo questo Gennaio a causa degli impegni dei due protagonisti. Benedict Cumberbatch, infatti, oltre ad essere impegnato con la trasposizione cinematografica de La talpa di John le Carré (dove è orrendamente biondo T.T) e di War Horse è stato, in un certo senso, anche al fianco del collega Martin Freeman in Lo Hobbit doppiando Sauron e Smaug, ma anche gli sceneggiatori avevano il loro bel da fare con Doctor Who.

Quello di Mark Gatiss e Steven Moffat è uno Sherlock Holmes moderno che rivela tutta l’eccentricità di questo personaggio dato che al giorno d’oggi non deve più essere legato agli impegni mondani della società e quindi può essere semplicemente se stesso, un sociopatico iperattivo :-P Nonostante mantenga un passato di dipendenza come l’originale la versione di Gatiss e Moffat per concentrarsi accantona la pipa passando ai cerotti alla nicotina dato che è “impossibile mantenere il vizio del fumo a Londra di questi tempi”. Penso di essere l’unica, se non una dei pochi, a credere che non sia gay nonostante in A study in pink dichiari che le fidanzate non sono il suo genere perché in A scandal in Belgravia Mycroft fa intuire che il fratellino non ha mai avuto rapporti (“E’ davvero così importante?”). Non è tra l’altro una rivelazione sconcertante dato che per Sherlock i sentimenti sono qualcosa di negativo quindi credo che sia proprio il concetto di fidanzarsi a non essere il suo genere.
John Watson, invece, si discosta dall’originale perché fin dall’inizio partecipa attivamente alle indagini, ma piuttosto che scrivere su fogli di carta le vicende del coinquilino le pubblica su un seguitissimo blog utilizzato come terapia dalla sua analista. John, infatti, tornato dalla guerra in Afghanistan ferito e con un disturbo post traumatico da stress, si reca dalla terapista anche per dei problemi di fiducia che tenta di curare riportando il medico militare nel mondo civile. Ma la miglior cura si rivela essere proprio Sherlock che come fa giustamente notare Mycroft Holmes lo riporta sul campo di battaglia del quale ha nostalgia e che riesce ad allontanarlo dalla psicologa per ben 18 mesi.

Appena ho visto Uno studio in rosa ho capito che era amore al primo cerotto alla nicotina *-* E non è una battuta. Adoro la scena in cui Sherlock riflette aiutato da ben tre cerotti e che segue l’incontro tra John Watson e l’acerrimo nemico del protagonista. Ho rivisto veramente all’infinito Holmes (Benedict Cumberbatch) steso sul divanetto che fa un’espressione buffissima nel tentativo di guardare Watson (Martin Freeman) appostato alla finestra.
Ho conosciuto un suo amico.
Un amico?
Un nemico.
Oh. Quale?
Il suo acerrimo nemico. A sentir lui la gente ha acerrimi nemici.
Le ha offerto del denaro per spiarmi?
Si.
Lo ha accettato?
No.
Avremmo potuto dividerlo. Sarà per la prossima volta.
So quasi tutte le battute a memoria e me ne vanto XD
Purtroppo mi ero spoilerata gli attori per cui sapere chi è in realtà l’acerrimo nemico di Sherlock Holmes mi ha smorzato un po’ l’effetto, ma che non sia proprio il più cattivo della storia lo fanno capire anche le prime battute che si scambiano i due.
“Lei non mi sembra spaventato.”
“Lei non mi sembra spaventoso.”
Un primo episodio così bello che non si riesce a bissare purtroppo se non con il sesto episodio, The Reichenbach Fall scritto da Steve Thompson che si è fatto giustamente perdonare per lo scivolone di The Blind Banker (Il banchiere cieco). Il secondo episodio di Sherlock, infatti, non mi è piaciuto per niente. Decisamente lento rispetto a tutti gli altri con i soliti cliché giapponesi come la cerimonia del the e l’avversario ninja. L’unica parte rilevante è l’antipatia che prova Sherlock nei confronti di Sarah, quasi fidanzata di John. Per essere coerente con quanto detto sopra più che una gelosia io ci vedo la consapevolezza di non averlo sempre intorno durante le indagini come se ormai non potesse essere più stupito dal suo genio (“E’ la fragilità dei geni John, vogliono un pubblico.”). Cucciolo...Come ci rimane male quando John rifiuta di indagare con lui perché ha preso un appuntamento *-*
Ho fatto una mia personale classifica di gradimento degli episodi: Al primo posto c’è A study in pink, seguito da The Reichenbach Fall che vede dietro di lui The Hounds of the Baskerville, poi a pari merito si trovano The great game e A scandal in Belgravia, mentre fanalino di coda è appunto The Blind Banker.
Jim Moriarty, antagonista svecchiato nel nome e nella qualifica, compare fisicamente nel terzo episodio e siccome lo interpreta Andrew Scott avrei preferito vederlo anche prima *ç* Gli eccessi nella mimica facciale e nella voce vanno a sottolineare maggiormente il contrasto tra i due personaggi (un po’ come fece Agatha Christie creando il suo Poirot che a differenza del magro e slanciato Holmes risulta piccolo e paffuto) e nonostante sia uno psicopatico ormai accertato le sue minacce sono troppo buffe XD The great game è anche l’episodio dove ho davvero adorato la recitazione di Martin Freeman soprattutto nella parte finale...quel “Buona sera. Bella sorpresa non è vero Sherlock? Questo non lo avevi previsto.” mi ha lasciata stupita per il tempo necessario in cui il mio cervello comprendesse che John non poteva essere realmente il cattivo.
In generale comunque si è veramente meritato il BAFTA come Miglior attore non protagonista e se quello come Miglior attore protagonista non è andato a Benedict Cumberbatch lo sarà sicuramente quest’anno perché nella seconda serie è stato fantastico.
Insomma, decisamente da vedere e se siete malati come me anche da rivedere almeno 6 o 7 volte.

Ma i miei tre dubbi rimangono.
- Se Sherlock può permettersi un cappotto ormai famoso per il suo valore di 1000 sterline come mai ha bisogno di un coinquilino per dividere con lui l’affitto?
- Perché Jim Moriarty chiede a Sherlock se è contento di vederlo se la pistola è fissata dietro alla schiena?
- Ma il mio dubbio principale è: come faranno a mantenere lo stesso gioco di parole in The Hounds of the Baskerville nella traduzione italiana?

P.s. Ho trovato il blog di John *-*
http://www.johnwatsonblog.co.uk

venerdì 17 febbraio 2012

A tutto giveaway!

Buona seeeeeeeeeeeeera!!
Ritorna il mio mega post con la carrellata di giveaway perchè li accumulo sempre XD

Parto con un libro di cui ho parlato giusto ieri. Si tratta, infatti, di Red di Kerstin Gier messo in palio su Il diario della fenice. Si tratta di un'occasione speciale in onore dell'uscita di Green, ovvero il libro conclusivo di questa trilogia. Per partecipare vi basterà lasciare un commento nella pagina che vi si aprirà cliccando sull'immagine qui sotto. Ricordatevi che avete tempo fino al 2 Marzo per farlo.


Per rimanere in tema passo alla trilogia completa di Kerstin Gier messa in palio sul blog Cuore d'inchiostro che con piacevole sorpresa scopro essere di un'anobiana ^^ Non vorrei dire una castroneria, ma nick e immagine sono gli stessi di Anobii per cui dovrebbe essere lei ù.ù Per partecipare avete tempo fino al 29 Febbraio e per accedere al suo blog vi basterà cliccare sull'immagine qui sotto ^^

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Sul blog Who is Charlie si trova uno speciale dedicato a Lauren Oliver che mette in palio Delirum, suo secondo libro tradotto in Italia. Avendo letto E finalmente ti dirò addio ho fatto la hola quando l'ho visto per cui non posso non partecipare. Se volete farlo anche voi come sempre basta cliccare sull'immagine qui sotto tenendo presente che il giveaway scade il 22 Febbraio.


Se volete invece ritornare ai classici sul blog Il libro eterno viene messa in palio una copia di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen GiuntiY version. So di aver bocciato già Ragione e sentimento, ma voglio tentare nuovamente un approccio con Jane Austen essendomi piaciuto il film con Keira Knightley. Speriam. Per partecipare c'è tempo fino al 29 Febbraio e per farlo come sempre...



E per questa sera ho finito, soprattutto perchè sto crollando dal sonno ^^

giovedì 16 febbraio 2012

Recensione + Rubrica: Un giovedì in giallo - Liza Marklund

Buondì!

Ed eccomi qui anche oggi, ufficialmente ritornata ad essere pc dipendente grazie alla connessione che sembra non volermi lasciare più :-P
Ne sono molto felice soprattutto perché è sempre una sofferenza perdermi Un giovedì in giallo, quest’oggi tra l’altro corredato di recensione!


Voto:
Titolo: Il Lupo Rosso
Autore: Liza Marklund
Traduttore: L. Cangemi

Editore: Marsilio (Collana: Tascabili Maxi)
Pagine: 496 Formato: Brossura
Prezzo: 12.50€
Isbn: 9788831706438

Trama: Annika Bengtzon, reporter di punta della Stampa della sera di Stoccolma, parte per Luleå, non lontano dal circolo polare artico, per incontrare un collega giornalista che le ha promesso informazioni su un vecchio attentato terroristico rimasto irrisolto su cui lei sta indagando. Ma quando arriva, viene a sapere che qualcuno lo ha ucciso. Le ricerche di Annika, trentacinque anni, un matrimonio in difficoltà e due bambini da accudire, conducono a un uomo che è tornato nel profondo nord della Svezia per ritrovare le sue radici e riunirsi al gruppo di cui un tempo aveva assunto il comando.

L'autriceLiza Marklund (1962), la First Lady del giallo svedese, giornalista, è l'autrice della serie poliziesca di Annika Bengtzon, un successo internazionale, con più di tredici milioni di copie vendute in trenta paesi. Con il marito e i tre figli, vive tra la Svezia e la Spagna. Di Liza Marklund, Marsilio ha già pubblicato Il Lupo Rosso, Il testamento di Nobel, Finché morte non ci separi e Freddo sud.

Recensione: Grazie ad Anne Holt mi sono buttata finalmente verso i gialli scandinavi e devo dire che mi ispirano parecchio. Mi è piaciuto ritrovare come “titolo” del capitolo la data del giorno in cui si svolge la vicenda perché si sente maggiormente il tempo che passa, che la vicenda non si conclude subito ed in maniera frenetica ma che in realtà si protrae per un certo periodo. Trovare poi una Giornalista con la G maiuscola ad indagare mi ha colpita perché effettivamente l’idea non è malvagia. Ai giornalisti si possono aprire molte più porte rispetto ad un semplice detective dato che hanno il privilegio di non dover fare i nomi delle proprie fonti per cui si è portati ad aprirsi maggiormente ed a lasciar trapelare, anche in maniera inconscia, molte più informazioni, proprio come accade nel libro.
Forse però ho sbagliato a leggere la Marklund proprio da questo libro...mi è stato regalato da un’amica perché si trattava di un doppione e sinceramente essendo uscito con Il corriere della sera pensavo si trattasse del primo libro della serie Annika Bengtzon ed invece ho scoperto non essere così >.< Non avendo letto i primi libri quindi dovete prendere questo mio parere un po’ con le pinze nel senso che non so quanto i personaggi di contorno siano stati trattati precedentemente. Nel caso non siano stati importanti nei precedenti libri le dinamiche familiari sinceramente io gli avrei dato un taglio di 100 pagine. Ai fini della storia la separazione definitiva di Anne non serve a nulla ed il fatto che indirettamente sia coinvolta nella vicenda non giustifica questo approfondimento. Annika ed Anne sono amiche per cui il tutto si poteva restringere ad una serata di sfogo davanti ad un bicchiere di vino anziché fare un focus di alcuni paragrafetti solo su lei e l’ex. Ma non è l’unica pecca. Anche le vicende che ruotano intorno a Thomas le ho trovate superfle e possibili di un racconto attraverso gli occhi della moglie.
Ci sono, in definitiva, troppe informazioni e non solo per quanto riguarda le vicende dei personaggi, ma anche quando pensano perché quei pensieri ai fini della storia principale non servono a nulla.
Interessante il colpo di scena anche se non fa rimanere proprio a bocca aperta perché poco carico di suspance, piatto come se fosse un banale incontro al supermercato nonostante ci sia un minimo di violenza.
Posso anche dire che cambierei il titolo? Lo dico.
Sinceramente non capisco il perché di questa scelta infondo il Lupo Rosso non è un personaggio così rilevante da meritarsi il titolo del libro. Sicuramente il più adatto sarebbe stato Pantera Nera, ma neanche Drago Giallo sarebbe stato male. Non è una critica di traduzione, ma proprio dell’originale in se perché nonostante il titolo svedese sia stato tradotto non è stato comunque modificato.
In definitiva gli assegno tre stelline, ma che in realtà sono 3 e mezzo (non ho la mezza stellina T.T) perché il potenziale c’è ed il libro si è fatto leggere, ma dalla First Lady del giallo svedese mi aspettavo qualcosa di più.

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