domenica 25 novembre 2012

Recensione: Il primo miracolo di George Harrison di Stefania Bertola


Buondì!

Finalmente sono di ritorno con una valanga di recensioni arretrate, praticamente mi mancano tutte quelle dei libri letti questo mese! Purtroppo il mio tempo per internet si è ridotto veramente molto in questi giorni perché se dalla mattina alla sera ero in cerca di una casetta nuova per il mio prossimo futuro, che altrimenti mi vedrà andare sotto i ponti, una volta tornata a casa mi attendeva una lettura peeeesantissima di cui vi parlerò più avanti e che dopo un paio di pagine favoriva il sonno. Per riprendermi quindi dal trauma che ho appena passato ritorno con un libro davvero piacevole e leggero che mi ha regalato un bel pomeriggio spensierato ad inizio mese se non ricordo male.

Voto:  su 10


Titolo: Il primo miracolo di George Harrison
Autore: Stefania Bertola

Editore: Einaudi (Collana: I Coralli)
Pagine: 120 Formato: Brossura con alette
Prezzo: 14,50€
Isbn: 9788806202606

Trama: Un ragazzino disposto a tutto per neutralizzare il fascino di sua sorella. Un carrarmatino del Risiko coinvolto in un tentativo di omicidio. Una perfida vigilessa e le sue serate imprevedibili. Tre ragazze torinesi che attraversano Londra in una giornata calda come liquirizia appiccicosa: cosa le aspetta in St John's Wood?
Un'irresistibile raccolta di racconti che trabocca di intelligenza, divertimento e stupore.
Stefania Bertola osserva il mondo con la lente giocosa dell'immaginazione, svelando i piccoli imprevisti della vita e dei sentimenti.

Stefania Bertola: «I racconti hanno le spine, come le rose. I letterati ne annusano il profumo, ma l'editoria teme di pungersi. Storici e critici si dannano a lodare i racconti di Oechov e di Maupassant, mentre gli editori - quando un autore propone un libro di racconti - avvizziscono come mele avvelenate. E l'autore può essere chiunque. Dan Brown va dal suo editore e gli dice: "Ehi, sai cosa, avrei una bella raccolta di short stories per te", e l'editore sente la ceramica del suo cuore incrinarsi. Ma il pubblico? Li compra o no?
Io sono pubblico. Sono una componente della conclamata maggioranza dei lettori: le donne. E sono una donna di fantasia, che in cucina brucia i piselli immaginando storie. Insomma, sono un'accanita e felice lettrice di romanzi... Però poi rifletto: gli autori contemporanei che preferisco sono quasi tutti gente che scrive racconti, e nella top ten dei libri che mi hanno cambiato la vita ci stanno i Nove racconti di Sapete Chi.
E allora perché? Perché a fronte di tanti successi, tanto amore, tanta eccellenza, davanti ai racconti gli editori fremono come bisce? Credo di saperlo. Perché i libri di racconti non vanno al primo posto in classifica.
Come il simpatico meccanico in pensione che gioca un euro al SuperEnalotto, anche l'editore spera nel jackpot e sa - con ragionevole certezza - che il jackpot non si nasconde nel libro di racconti.
Anche l'autore, naturalmente, sa che con i suoi racconti non si comprerà la sospirata casa al mare. Quando scrive un racconto, l'autore lo fa in maniera del tutto disinteressata.
E in maniera del tutto disinteressata io ho scritto queste storie. Nella speranza che facciano risuonare un'armonia, una vibrazione, un disagio, una piccola felicità o una punta di dolore. Un libro di racconti è il sacco di Natale, e l'autore dà a ciascun lettore il suo personale pacchetto, con il nastro e il bigliettino. Ecco, questo è per te, da parte mia, con rispettoso amore».

L'autriceStefania Bertola (Torino 1952) ha pubblicato: Luna di Luxor (Longanesi 1989), Se mi lasci fa male (Sperling & Kupfer 1997, Salani 2007, Tea 2009), Ne parliamo a cena (Salani 1999, Tea 2005), Aspirapolvere di stelle (Salani 2002, Tea 2004 e 2006), Biscotti e sospetti (Salani 2004, Tea 2006), A neve ferma (Salani 2006, Tea 2008), La soavissima discordia dell'amore (Salani 2009). 
Per Einaudi ha pubblicato Il primo miracolo di George Harrison (I coralli 2010) e Romanzo rosa (Super ET 2012). È inoltre traduttrice, sceneggiatrice e autrice radiofonica.

RecensionePrima di tutto devo fare una piccola premessa.
Io penso che quando si sceglie un libro bisogna essere consci della tipologia che si andrà ad affrontare. Se i racconti proprio non si riescono a digerire è inutile leggere una serie di racconti scritti dal proprio autore preferito perché sempre di racconti, e non romanzo, si tratterà. Accanirsi, quindi, su un autore che ha scelto di provare la strada del racconto è puramente inutile e fine a se stesso.
Detto ciò Il primo miracolo di George Harrison racchiude in se alcuni racconti davvero carini e che contengono l’essenza della Bertola ed altri che purtroppo non ne sono decisamente all'altezza  In quasi tutti i racconti si percepisce la caratteristica ironia dell’autrice, alcune volte stemperata con situazioni un po’ drammatiche altre, purtroppo, troncate sul nascere da un finale aperto che arriva troppo presto. Ebbene si, quasi tutti i racconti hanno un finale aperto ma se in qualche situazione questa tipologia di finale è accettabile in altri casi sembra quasi che sia finita la fantasia nel creare uno scenario diverso dal solito e che si sia scelto di aggiungere lo stesso il racconto per riempire il libro.
Al fianco dell’ironia c’è la protagonista per eccellenza: La donna.
Ragazze che inseguono i propri idoli, o gli idoli del fratello, studentesse che cercano di conciliare il tempo per le ricerche scolastiche con tutto il resto della loro vita, madri alle prese con la morte di un animale caro alla figlia, donne attente alla linea, piccole ladre o vigilesse con una famiglia oscura quanto è candido il posto in cui canta in maniera sublime, una santa in cerca di un giorno dedicato a lei ed una strega mangia bambini che ormai ha messo gli occhi sul prossimo pasto. Sedici donne che poi lasciano spazio a tre protagonisti più o meno astratti: un fiocco di neve, un carrarmato blu ed imperfetto del Risiko ed il cagnolino Spigola.
In un modo o nell'altro comunque Stefania Bertola riesce sempre a scrivere di protagonisti nel quale ognuno di noi può identificarsi. Io mi sono rivista molto in Elisa e Alice incontrate in Arte; come loro ho frequentato il liceo artistico, come loro per me le istallazioni contemporanee sono un’incognita e probabilmente come loro se incontrassi un artista che espone nella mostra appena visitata probabilmente non lo riconoscerei.
Riassumendo è un libro senza tante pretese e con il quale passare piacevolmente un paio di orette, immancabile per coloro che amano questa autrice e che hanno già letto tutto ciò che ha pubblicato, ma che sinceramente non mi sentirei di consigliare a coloro che non hanno mai letto niente di suo.

Questa recensione partecipa alla:
- Hogwarts Reading Challenge ideata da Denise di Reading is believing.

1 commento:

  1. Ciao! Ho letto due romanzi di Stefania Bertola: 'Biscotti e sospetti' e 'La soavissima discordia dell'amore'. In realtà li ho rubati a mia madre, ti capita mai? Comunque mi sono piaciuti e non me lo aspettavo. Non conoscevo i racconti della Bertola, ma la tua recensione mi ha incuriosita... penso sarebbe una lettura piacevole. In particolare, vorrei leggere il racconto che ha per protagonista il fiocco di neve... peccato non averlo a portata di mano ;)

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