venerdì 16 dicembre 2011

Rubrica: Un giovedì in giallo + Recensione Quello che ti meriti di Anne Holt


Buona seeeeeeeeeeeeeeera!

Con sommo ritardo intervengo sul blog questa sera. Come vi avevo annunciato questo spazio è dedicato alla rubrica Un giovedì in giallo che ho scoperto grazie al blog L’albero delle gocciole. L’originale prevede l’aggiornamento sulle novità del genere in questione, quindi su gialli, thriller, etc...Nel mio piccolo ho però previsto una modifica, ovvero ho intenzione di leggere un libro sul tema ogni settimana di modo da presentarlo qui e recensirlo.
Per questo motivo oggi mi ritrovo a postare così tardi, perché dovendo pubblicare una recensione dovevo pur terminare il libro XD Fortunatamente il romanzo di cui voglio parlare oggi è molto scorrevole per cui sono riuscita a leggerlo tutto tra ieri ed oggi perché prima non ho avuto un minuto libero!
Questa prima avventura della rubrica mi fa pensare con nostalgia al divanetto rosso della Dandini perché è proprio grazie a lei che ho scoperto questa scrittrice. Mi è rimasta impressa nella mente da quando l’ho vista presentare il suo, allora, nuovo libro: La dea cieca. Ebbene si, in questi due giorni mi sono buttata a capo fitto in un romanzo di Anne Holt.

Voto:
Titolo: Quello che ti meriti
Autore: Anne Holt
Traduttore: Lamberti L.

Editore: Einaudi (Collana: Stile libero big)
Pagine: 422 Formato: Brossura
Prezzo: 16.80€
Isbn:9788806192471

Trama«Non le piaceva camminare da sola.
Però la mamma di Marte era passata a prendere Marte e Silje. Dove andavano non glielo avevano detto.
Le avevano solo fatto ciao con la mano dal lunotto della macchina.
Le farfare avevano bisogno d'acqua. Alcune le erano già appassite sulle dita. Emilie cercò di non stringere troppo il mazzetto. Un fiore cadde a terra e lei si chinò a raccoglierlo.
- Ti chiami Emilie?
L'uomo sorrideva. Emilie lo guardò.
Non c'era nessun altro in vista sul sentiero».

Una dolente, umanissima coppia di detective: l'investigatore Stubø e la criminologa Vik. Lui, che ha appena perso moglie e figlia in un incidente assurdo, sa che l'unico modo per venire a capo del caso dei bambini scomparsi è convincere Vik a partecipare alle indagini. Lei non ne ha proprio voglia, ma non può restare indifferente di fronte al crescente orrore, e alla fine accetta. Non c'è tempo da perdere, almeno finché c'è una speranza.
Quello che ti meriti è il primo di una serie di thriller investigativi che ha attanagliato i lettori di mezzo mondo per il nitore dei personaggi, la sottigliezza psicologica degna delle «grandi» del giallo inglese, il gusto per la precisione e il respiro romanzesco, che alterna i colpi di scena a una comprensione profonda e pietosa della natura umana. In un'atmosfera rarefatta dove, senza accorgersene, dalla prima all'ultima scena si trattiene il respiro.

L'autriceAnne Holt (1958) è la regina assoluta del romanzo del crimine norvegese e scandinavo, ma anche una delle autrici scandinave piú apprezzate dal pubblico e dalla critica di ogni tempo. Oggi si avvia a detronizzare anche i colleghi maschi con il crescente successo delle sue due serie romanzesche - la prima con il personaggio della detective Hanne Wilhelmsen, la seconda con la coppia Vik e Stubø. È una donna con una straordinaria e vasta esperienza lavorativa e umana alle spalle, una conoscenza diretta dei meccanismi investigativi e legali - è stata Procuratore e perfino Ministro della Giustizia.
È nata a Larvik e cresciuta tra Lillestrom e Tromsø in Norvegia. Ha vissuto negli Stati Uniti, a Dallas (proprio negli anni in cui fu ucciso JFK) e nel Maine, dove ha frequentato il liceo. Oggi vive a Oslo con la moglie e la figlia, nata nel 2002. Anne Holt ha lavorato anche come collaboratrice per diversi media e curato una rubrica di calcio, sua grande passione.
Di Anne Holt Einaudi Stile libero ha pubblicato con grande successo nel 2008 il primo libro della serie di Vik e Stubø, Quello che ti meriti (SuperET 2009). Nel 2009 sono usciti i romanzi Non deve accadere (SuperET 2010), La porta chiusa - dove alla coppia Vik e Stubø si affianca la stessa Hanne Wilhelmsen -, nel 2010 La dea cieca (SuperET 2011), vincitore del Premio Riverton per il miglior giallo norvegese dell'anno e il romanzo La vendetta, e nel 2011 L'unico figlio.

Recensione: Questo libro nasce grazie ad un fatto di cronaca realmente accaduto. Un uomo venne condannato all'ergastolo per lo stupro e l’uccisione di una bambina di sette anni a seguito di un processo non equo. Vent'anni dopo un avvocato, una donna, si batté perché gli fosse concessa la grazia, ma l’esito non fu positivo. Anni dopo quando l’avvocato andò a cercare gli atti processuali questi erano spariti e la vicenda si concluse con la scarcerazione inspiegabile di quell'uomo.
Da questi pochi fatti reali prende il via la fantasia di Anne Holt che regala al lettore un romanzo in grado di tenerlo con il fiato sospeso fino alla fine e con la voglia di saperne sempre di più. La storia scorre, vola, sotto gli occhi di chi legge in maniera fluida e incalzante senza mai incappare in punti noiosi o divagazioni che rischiano di non portare a nulla. Forse ciò è dovuto alla scelta del punto di vista, infatti ad ogni capitolo la narrazione viene filtrata attraverso gli occhi di uno dei protagonisti della vicenda; Emilie, Johanne, Yngvar, l’assassino, ed altre due persone che hanno il loro ruolo nella storia.
Al tema forte, che colpisce dritto allo stomaco dato che le vittime sono le più innocenti tra tutte, si contrappongono i caratteri sensibili dei nostri protagonisti, di Johanne Vik e Yngvar Stubø che non si arrendono davanti all’ipotesi più semplice o alla credenza delle masse. E’ l’istinto che detta le loro mosse ed anche se a volte rischia di prendere troppo il sopravvento l’uno sa aiutare l’altro a ritornare in carreggiata, a pensare a 360°, a non escludere niente a priori senza prove concrete.
L’analisi psicologica di Johanne mi ha fatto venire in mente più volte Criminal Minds ed a differenza del telefilm del libro apprezzo la maggiore verosimiglianza del tempo trascorso. Per trovare un abile assassino, infatti, passa più di un mese.
E per rimanere in tema televisivo posso aggiungere che sul finale inevitabilmente si pensa a La promessa di Sean Penn (tratto dall’omonimo libro scritto da Dürrenmatt) anche se non si rimane con l’amaro in bocca dato che l’identità del colpevole viene comunque svelata.
Mi fermo qui perché con i gialli ho sempre paura di far danni XD
Non mi resta che augurare buona lettura!

Recensione in 4 parole: Nella sfortuna una fortuna.
Pagina 99
Qui un video dove la scrittrice si racconta: Anne Holt Multimedia Einaudi

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