Questo succede perché invece dei miei soliti due confettini gommosi ne masticavo solo uno, mai cambiare abitudini >.>
Ma veniamo a noi.
Teoricamente oggi sarebbe il giorno della settimana dedicato alla rubrichetta Topo di Biblioteca, ma fino ad oggi ho letto pochissimo a causa dello studio per cui non sono passata in biblioteca se non per consegnare dei libri che avevo in scadenza. Ho quindi deciso di posticipare ad ora la rubrica Dorfles consiglia perché ieri internet ancora non collaborava e mi spiace veramente saltarla un’altra volta (soprattutto a questo giro che ci sono un sacco di gialli *-*)
Riassumo brevemente lo scopo di questa rubrica, un po' come fa la Pivetti quando deve spiegare le regole dei giochi in trasmissione :-P Durante la trasmissione Per un pugno di libri, che va in onda la Domenica alle 18 su Rai3, il professore Piero Dorfles consiglia dei libri che hanno in qualche modo a che fare con il libro di puntata. Libro di puntata che è un doveroso omaggio a Fruttero & Lucentini, il primo scomparso da poco mentre per il secondo sono ormai quasi 10 anni.
Ma veniamo a noi.
Teoricamente oggi sarebbe il giorno della settimana dedicato alla rubrichetta Topo di Biblioteca, ma fino ad oggi ho letto pochissimo a causa dello studio per cui non sono passata in biblioteca se non per consegnare dei libri che avevo in scadenza. Ho quindi deciso di posticipare ad ora la rubrica Dorfles consiglia perché ieri internet ancora non collaborava e mi spiace veramente saltarla un’altra volta (soprattutto a questo giro che ci sono un sacco di gialli *-*)
Riassumo brevemente lo scopo di questa rubrica, un po' come fa la Pivetti quando deve spiegare le regole dei giochi in trasmissione :-P Durante la trasmissione Per un pugno di libri, che va in onda la Domenica alle 18 su Rai3, il professore Piero Dorfles consiglia dei libri che hanno in qualche modo a che fare con il libro di puntata. Libro di puntata che è un doveroso omaggio a Fruttero & Lucentini, il primo scomparso da poco mentre per il secondo sono ormai quasi 10 anni.
Autore: Carlo Fruttero & Franco Lucentini
Editore: Mondadori (Collana: Oscar bestsellers)
Pagine: 616 Formato: Brossura
Prezzo: 10,50€
Isbn: 978880430300
Trama: Il commissario Santamaria alle prese con uno sconcertante delitto: l'assassinio di un parroco dalle singolari abitudini...
Gli autori: Carlo Fruttero (Torino 1926-2012) e Franco Lucentini (1920-2002) svolgono da quarant'anni attività editoriale e hanno firmato con la sigla F. & L. numerose opere di saggistica e narrativa, fra cui La donna della domenica (1972), Il libro dei nomi di battesimo (1976), A che punto è la notte (1979), Il palio delle contrade morte (1983), La prevalenza del cretino (1985), L'amante senza fissa dimora (1986), Il colore del destino (1987) La manutenzione del sorriso (1988) Il ritorno del cretino (1992) Enigma in luogo di mare (1991), Incipit (1993), Breve storia delle vacanze (1994) Il nuovo libro dei nomi di battesimo, Il cretino in sintesi (2002).
Autore: Gianni Simoni
Editore: TEA
Pagine: 308 Formato: Brossura
Prezzo: 12,00€
Isbn: 9788850225941
Trama: Tavernole sul Mella, Val di Ledro, Brescia: i vertici di un macabro triangolo all'interno del quale si consuma una catena di omicidi sconcertanti, il cui solo comune denominatore pare essere l’abito talare indossato ora dai sospettati ora dalle vittime. E l’ex giudice Petri questa volta sembra finirci in mezzo proprio per caso, quando, in un tiepido pomeriggio di fine estate, durante una battuta di pesca con la mosca, s’imbatte in un macabro spettacolo: il cadavere di una giovane donna che galleggia pigramente in un’ansa del torrente nel quale sta pescando. È l’inizio di una trama sempre più intricata, in cui gli omicidi si susseguono a ritmo inquietante; in cui la soluzione un momento appare a portata di mano e subito dopo è ambigua e fuorviante; in cui le acque si confondono in continuazione e assassini e vittime paiono scambiarsi le parti in un gioco perverso. Un’indagine molto scomoda per Petri e Miceli, che, tuttavia, come sempre, non scenderanno a compromessi in nome della giustizia.
«Come Gianrico Carofiglio o Gianfranco De Cataldo, ma con una differenza... Simoni ha lasciato la magistratura prima di inventarsi scrittore.»
Giovanni Cerutti, La Stampa
«Gianni Simoni conferma le qualità già mostrate nei precedenti titoli, spiccando in particolare nel delineare il gruppo di investigatori, ufficiali e no, che descrive con affetto, giusti tocchi d'ironia, persino partecipazione dolorosa se necessario.»
Marco Bertoldi, Giornale di Brescia
«Come Gianrico Carofiglio o Gianfranco De Cataldo, ma con una differenza... Simoni ha lasciato la magistratura prima di inventarsi scrittore.»
Giovanni Cerutti, La Stampa
«Gianni Simoni conferma le qualità già mostrate nei precedenti titoli, spiccando in particolare nel delineare il gruppo di investigatori, ufficiali e no, che descrive con affetto, giusti tocchi d'ironia, persino partecipazione dolorosa se necessario.»
Marco Bertoldi, Giornale di Brescia
L'autore: Gianni Simoni, ex magistrato, ha condotto quale giudice istruttore indagini in materia di criminalità organizzata, di eversione nera e di terrorismo. Presso la Procura generale milanese ha sostenuto l'accusa nel processo d'appello per l'omicidio Ambrosoli e ha condotto l'inchiesta giudiziaria sulla morte di Michele Sindona nel carcere di Voghera.
Autore: Giuseppe Berta
Editore: Il Mulino (Collana: Contemporanea)
Pagine: 152 Formato: Brossura
Prezzo: 14,00€
Isbn: 9788815234384
Sinossi: "La questione Fiat-Chrysler, con le sue incognite sul futuro, è la spia di ciò che potrà succedere domani ad altre grandi imprese, chiamate a scegliere fra proiezione internazionale e radicamento nel territorio d'origine. L'esperienza Fiat mostra come la ricerca di una soluzione internazionale possa rivelarsi una condizione di sopravvivenza".
L'alleanza Fiat-Chrysler ha costituito un punto di svolta nel panorama industriale del nostro paese. Sull'orlo del collasso al passaggio di secolo, dopo un difficile rilancio, la Fiat ha colto l'occasione della crisi globale del 2008 per trovare nel legame con la Chrysler la via d'uscita da una situazione altrimenti senza futuro. Ma ciò ha finito col proiettare la nostra maggiore impresa industriale fuori dei confini nazionali, calamitandola nei flussi di una dinamica globale che minaccia il suo ancoraggio al sistema italiano. Il progressivo distacco dall'Italia della sua impresa-simbolo pone perciò interrogativi sulle prospettive stesse del nostro industrialismo. C'è ancora spazio per la grande impresa?
L'alleanza Fiat-Chrysler ha costituito un punto di svolta nel panorama industriale del nostro paese. Sull'orlo del collasso al passaggio di secolo, dopo un difficile rilancio, la Fiat ha colto l'occasione della crisi globale del 2008 per trovare nel legame con la Chrysler la via d'uscita da una situazione altrimenti senza futuro. Ma ciò ha finito col proiettare la nostra maggiore impresa industriale fuori dei confini nazionali, calamitandola nei flussi di una dinamica globale che minaccia il suo ancoraggio al sistema italiano. Il progressivo distacco dall'Italia della sua impresa-simbolo pone perciò interrogativi sulle prospettive stesse del nostro industrialismo. C'è ancora spazio per la grande impresa?
L'autore: Giuseppe Berta insegna Storia contemporanea nell'Università Bocconi di Milano. I suoi libri più recenti sono: "Nord. Dal triangolo industriale alla megalopoli padana 1950-2000" (Mondadori, 2008), "L'Italia delle fabbriche. La parabola dell'industrialismo nel Novecento" (Il Mulino, III ed. 2009), "Eclisse della socialdemocrazia" (Il Mulino, II ed. 2010).
Autore: Marco Malvadi
Editore: Sellerio
Pagine: 208 Formato: Brossura
Prezzo: 13,00€
Isbn: 9788838926082
Trama: Aldo, Ampelio, Gino e Pilade, i quattro pensionati-detective di Pineta affondano in questa nuova avventura fra un pettegolezzo, una bevuta e quattro risate, rompendo la monotonia della placida vita di provincia con arguzia e ironia. E dimostrando alla fine che la scienza serve, anche tra i tavolini di un bar.
«Non è che tutti gli anni possono ammazzare qualcuno per farvi passare il tempo», sbotta disperato Massimo il barrista. Ma è impossibile sottrarsi al nuovo intrigo in cui stanno per trascinarlo i quattro vecchietti del BarLume: nonno Ampelio, il Rimediotti, il Del Tacca del Comune, Aldo il ristoratore. Dalla vendita sottoprezzo di una villa lussuosa, i pensionati, investigatori per amor di maldicenza, sono arrivati a dedurre l’omicidio del vecchio proprietario, morto, ufficialmente, di un male rapido e inesorabile. Massimo il barrista, ormai in balìa dei vecchietti che stanno abbarbicati tutto il giorno al tavolino sotto l’olmo del suo bar nel paese immaginario e tipico di Pineta, al solito controvoglia trasforma quel fiume di malignità e di battute in una indagine. Il suo lavoro d’intelletto investigativo si risolve grazie a un’intuizione che permette di ristrutturare le informazioni, durante un noioso ricovero ospedaliero: proprio come avviene nei classici del giallo deduttivo. E a questo genere apparterrebbero, data la meccanica dell’intreccio, i romanzi del BarLume, se non fosse per le convincenti innovazioni che vi aggiunge Marco Malvaldi. La situazione comica dei quattro temibili vecchietti che sprecano allegramente le giornate tra battute diatribe e calunnie, le quali fanno da base informativa e controcanto farsesco al mistero. La feroce satira che scioglie nell’acido ogni perbenismo ideologico. La rappresentazione, umoristica e aderente insieme, della realtà della provincia italiana nel suo localismo, nel suo vitalismo e nel suo eccentrico civismo, incarnata in un paesino balneare della costa toscana, da dove passano e ripassano i personaggi di una commedia di costume in forma di giallo.
«Non è che tutti gli anni possono ammazzare qualcuno per farvi passare il tempo», sbotta disperato Massimo il barrista. Ma è impossibile sottrarsi al nuovo intrigo in cui stanno per trascinarlo i quattro vecchietti del BarLume: nonno Ampelio, il Rimediotti, il Del Tacca del Comune, Aldo il ristoratore. Dalla vendita sottoprezzo di una villa lussuosa, i pensionati, investigatori per amor di maldicenza, sono arrivati a dedurre l’omicidio del vecchio proprietario, morto, ufficialmente, di un male rapido e inesorabile. Massimo il barrista, ormai in balìa dei vecchietti che stanno abbarbicati tutto il giorno al tavolino sotto l’olmo del suo bar nel paese immaginario e tipico di Pineta, al solito controvoglia trasforma quel fiume di malignità e di battute in una indagine. Il suo lavoro d’intelletto investigativo si risolve grazie a un’intuizione che permette di ristrutturare le informazioni, durante un noioso ricovero ospedaliero: proprio come avviene nei classici del giallo deduttivo. E a questo genere apparterrebbero, data la meccanica dell’intreccio, i romanzi del BarLume, se non fosse per le convincenti innovazioni che vi aggiunge Marco Malvaldi. La situazione comica dei quattro temibili vecchietti che sprecano allegramente le giornate tra battute diatribe e calunnie, le quali fanno da base informativa e controcanto farsesco al mistero. La feroce satira che scioglie nell’acido ogni perbenismo ideologico. La rappresentazione, umoristica e aderente insieme, della realtà della provincia italiana nel suo localismo, nel suo vitalismo e nel suo eccentrico civismo, incarnata in un paesino balneare della costa toscana, da dove passano e ripassano i personaggi di una commedia di costume in forma di giallo.
L'autore: Marco Malvaldi (Pisa, 1974), di professione chimico, ha pubblicato con questa casa editrice i romanzi della serie dei vecchietti del BarLume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012), salutati da un grande successo di lettori. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (2011, premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), giallo a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi.
Titolo: La forza del destino
Autore: Marco Vichi
Editore: Guanda (Collana: Narrativa della Fenice)
Pagine: 378 Formato: Brossura
Prezzo: 18,50€
Isbn: 9788860889638
Trama: "Bordelli chiuse il giornale e lo lasciò cadere sul tavolo. Rimase immobile a fissare il vuoto, con aria pensierosa. Da un angolo del soffitto pendeva una spessa ragnatela, e lì accanto un ragno enorme e peloso aspettava che una vittima cadesse nella sua trappola. L’ossessivo tic tac dell’orologio appeso alla parete non bastava a vincere il silenzio, ma s’infilava nei pensieri come un verme nella mela. La vita era strana, a volte. Quando meno te lo aspettavi riusciva a sorprenderti. Il macellaio suicida. Solo lui e Piras sapevano che razza di bestia era Livio Panerai. Un nostalgico fascista, stupratore di bambini, un assassino..."
È la primavera del 1967. L’alluvione di novembre, con il suo strascico di tragedie e di detriti, sembra essersi placata e Firenze comincia di nuovo a respirare. Ma non il commissario Bordelli. Per lui non c’è pace dopo un fatto che gli è successo. Indagando sull'omicidio di un ragazzino, si è scontrato con i poteri occulti della massoneria ed è stato costretto alla resa con un «messaggio» molto chiaro: lo stupro di Eleonora, la giovane commessa con cui aveva appena intrecciato una relazione appassionata, e una lista con i nomi di tutte le persone a lui più care. Sconfitto e amareggiato, Bordelli si è dimesso dalla polizia e ha lasciato San Frediano.
Che altro avrebbe potuto fare? si chiede nel silenzio della casa sulle colline. Continuare a fare il poliziotto sapendo che non sarebbe mai riuscito a mettere in galera gli assassini? Adesso trascorre le giornate cucinando, facendo lunghe passeggiate nei boschi, imparando a far crescere le verdure nell’orto. Il pensiero di quella resa, di quella violenza senza giustizia, però, non lo abbandona. Ma il destino, in cui fino ad ora non ha creduto, gli offre inaspettatamente l’occasione di fare i conti con il passato, e Bordelli non si tira indietro.
È la primavera del 1967. L’alluvione di novembre, con il suo strascico di tragedie e di detriti, sembra essersi placata e Firenze comincia di nuovo a respirare. Ma non il commissario Bordelli. Per lui non c’è pace dopo un fatto che gli è successo. Indagando sull'omicidio di un ragazzino, si è scontrato con i poteri occulti della massoneria ed è stato costretto alla resa con un «messaggio» molto chiaro: lo stupro di Eleonora, la giovane commessa con cui aveva appena intrecciato una relazione appassionata, e una lista con i nomi di tutte le persone a lui più care. Sconfitto e amareggiato, Bordelli si è dimesso dalla polizia e ha lasciato San Frediano.
Che altro avrebbe potuto fare? si chiede nel silenzio della casa sulle colline. Continuare a fare il poliziotto sapendo che non sarebbe mai riuscito a mettere in galera gli assassini? Adesso trascorre le giornate cucinando, facendo lunghe passeggiate nei boschi, imparando a far crescere le verdure nell’orto. Il pensiero di quella resa, di quella violenza senza giustizia, però, non lo abbandona. Ma il destino, in cui fino ad ora non ha creduto, gli offre inaspettatamente l’occasione di fare i conti con il passato, e Bordelli non si tira indietro.
L'autore: Marco Vichi è nato nel 1957 a Firenze e vive nel Chianti. E' autore di racconti, testi teatrali e romanzi, tra cui quelli della fortunata serie del commissario Bordelli. Con Morte a Firenze ha vinto il Premio Giorgio Scerbanenco-La Stampa 2009 per il miglior romanzo noir italiano.