Buondì!
Sono emozionatissima perché oggi, con l’appuntamento di Un giovedì in giallo, parte ufficialmente, ufficiosamente è già partito :-P, un progetto che avevo in mente da tanto tempo.
All'inizio dell’anno scolastico scorso, ed anche di quest’anno a dire il vero, sentivo e/o leggevo le mamme parlare di un progetto chiamato Adotta l’autore. Ragazzi, io mi faccio film mentali su tutto e quando ho letto questa cosa mi è partita la tangente. In realtà il regolamento scolastico di quest’iniziativa non corrispondeva minimamente all'idea che mi ero fatta ed il mio entusiasmo si è un po’ smontato.
Ma quel titolo mi perseguitava.
Adotta l’autore.
E pensavo…Io ce l’ho un autore da adottare. Dunque mi sono detta basta ed ho stabilito un paio di regole per questa iniziativa.
Niente di più semplice. Adottando un autore ho deciso di prendermi l’impegno di leggere tutta la sua bibliografia, in ordine di pubblicazione originale, di seguito. In alcuni casi tutta la bibliografia può essere un fardello pesante ed a lungo andare può risultare noioso perciò ho pensato di leggere almeno un libro al mese dell’autore che ho scelto.
E chi mai potevo scegliere per iniziare il mio percorso? Ma Dama Agatha Christie, naturalmente!
Ma siccome io mi sopravvaluto e devo fare le cose in grande perché limitarmi ad un solo autore? A far compagnia alla Signora del Giallo ho pensato ad un’altra autrice di polizieschi…frizzanti! Ho quindi deciso di adottare anche Janet Evanovich *-*
Siccome il fato mi ha servito su un piatto d’argento l’opportunità di far partire la mia iniziativa a Dicembre mi sono portata un po’ avanti con le letture :-P
Per quanto riguarda Janet Evanovich sono arrivata al secondo libro pubblicato, Due di troppo, ed anche se il mio progetto avrebbe previsto la rilettura del primo libro della serie di Stephanie Plum ho scelto di evitare dato che l’ho letto solo poco tempo fa ed il ricordo è ancora vivido. In realtà per il progetto andava riletto…però io odio le riletture a così breve distanza.
Agatha Christie invece mi ha tenuta un po’ più compagnia ed infatti ho terminato a Gennaio il suo terzo libro, ed è proprio un libro della Christie che vorrei recensire oggi.
Sono emozionatissima perché oggi, con l’appuntamento di Un giovedì in giallo, parte ufficialmente, ufficiosamente è già partito :-P, un progetto che avevo in mente da tanto tempo.
All'inizio dell’anno scolastico scorso, ed anche di quest’anno a dire il vero, sentivo e/o leggevo le mamme parlare di un progetto chiamato Adotta l’autore. Ragazzi, io mi faccio film mentali su tutto e quando ho letto questa cosa mi è partita la tangente. In realtà il regolamento scolastico di quest’iniziativa non corrispondeva minimamente all'idea che mi ero fatta ed il mio entusiasmo si è un po’ smontato.
Ma quel titolo mi perseguitava.
Adotta l’autore.
E pensavo…Io ce l’ho un autore da adottare. Dunque mi sono detta basta ed ho stabilito un paio di regole per questa iniziativa.
Niente di più semplice. Adottando un autore ho deciso di prendermi l’impegno di leggere tutta la sua bibliografia, in ordine di pubblicazione originale, di seguito. In alcuni casi tutta la bibliografia può essere un fardello pesante ed a lungo andare può risultare noioso perciò ho pensato di leggere almeno un libro al mese dell’autore che ho scelto.
E chi mai potevo scegliere per iniziare il mio percorso? Ma Dama Agatha Christie, naturalmente!
Ma siccome io mi sopravvaluto e devo fare le cose in grande perché limitarmi ad un solo autore? A far compagnia alla Signora del Giallo ho pensato ad un’altra autrice di polizieschi…frizzanti! Ho quindi deciso di adottare anche Janet Evanovich *-*
Siccome il fato mi ha servito su un piatto d’argento l’opportunità di far partire la mia iniziativa a Dicembre mi sono portata un po’ avanti con le letture :-P
Per quanto riguarda Janet Evanovich sono arrivata al secondo libro pubblicato, Due di troppo, ed anche se il mio progetto avrebbe previsto la rilettura del primo libro della serie di Stephanie Plum ho scelto di evitare dato che l’ho letto solo poco tempo fa ed il ricordo è ancora vivido. In realtà per il progetto andava riletto…però io odio le riletture a così breve distanza.
Agatha Christie invece mi ha tenuta un po’ più compagnia ed infatti ho terminato a Gennaio il suo terzo libro, ed è proprio un libro della Christie che vorrei recensire oggi.
Un giovedì in giallo è una rubrica creata da Giulie del blog L'albero delle gocciole che consiste nel presentare le ultime novità del genere in questione, quindi polizieschi, thriller, etc...Nel mio piccolo ho però previsto una modifica, ovvero ho deciso di renderla un po' più generica trattando anche vecchi gialli che hanno fatto la storia del genere e, perché no,vorrei proporre anche delle recensioni quando mi è possibile.
Voto: su 10
Autore: Agatha Christie
Trad.: L. Volpatti
Editore: Mondadori (Collana: Oscar Mondadori)
Pagine: 224 Formato: Brossura
Prezzo: 9,00€
Isbn: 9788804521723
Trama: Invitato a recarsi in Francia per proteggere un uomo minacciato da un pericolo sconosciuto, il celebre Poirot al suo arrivo ha una sconsolante sorpresa: il suo cliente è già stato assassinato da una coppia di misteriosi stranieri. Incaricato di investigare sul delitto, il detective belga scopre, insieme al fedele capitano Hastings, che il crimine è stato compiuto seguendo lo stesso metodo di un assassinio commesso molti anni prima e che la vittima, pur amando teneramente la moglie, era legata a una donna affascinante ed enigmatica. Nello strano caso risultano poi implicati il figlio dell'uomo assassinato, una coppia di ballerine acrobatiche e un aitante segretario. La polizia, rappresentata dall'arrogante e iperattivo ispettore Giraud, "il segugio umano", ha i suoi sospetti ma, come al solito, sarà Poirot a dire l'ultima parola, scoprendo una verità rimasta a lungo sepolta.
L'autrice: Agatha Christie (pseudonimo di Agatha Miller, Torquay, Inghilterra, 1890 - Wallingford, Inghilterra, 1976) è la più famosa giallista al mondo e una delle più prolifiche scrittrici di ogni tempo: ha al suo attivo circa ottanta opere, tradotte in più di cento lingue e vendute in oltre due miliardi di copie. Oltre ai gialli e alle opere teatrali ha scritto sei romanzi d'amore, un'autobiografia e un libro di viaggio. Nel 1971 ha ricevuto il più alto riconoscimento britannico, divenendo Dama dell'Impero.
L'autrice: Agatha Christie (pseudonimo di Agatha Miller, Torquay, Inghilterra, 1890 - Wallingford, Inghilterra, 1976) è la più famosa giallista al mondo e una delle più prolifiche scrittrici di ogni tempo: ha al suo attivo circa ottanta opere, tradotte in più di cento lingue e vendute in oltre due miliardi di copie. Oltre ai gialli e alle opere teatrali ha scritto sei romanzi d'amore, un'autobiografia e un libro di viaggio. Nel 1971 ha ricevuto il più alto riconoscimento britannico, divenendo Dama dell'Impero.
Recensione: Ho deciso di far partire ufficialmente il mio progetto proprio con questo libro perché è sicuramente il romanzo nel quale si nota palesemente com'è nata l’idea per il personaggio di Hercule Poirot. Niente di più semplice; è semplicemente l’opposto del consulente investigativo più famoso a quei tempi: Sherlock Holmes.
Se uno è alto e magro l’altro è basso e grossoccio, se uno è l’uomo d’azione e dedito alle armi l’altro si guarda bene dal muovere un solo dito per fare attività fisica o premere un grilletto, se il primo è sempre macchiato o ha le mani rovinate da numerosi esperimenti chimici il secondo non ammette alla sua vista un singolo capello fuori posto perché tutto deve essere in ordine ed impeccabile. E se spesso Sherlock ricorre a sostanze stupefacenti, Hercule non permetterebbe mai che le sue celluline grigie si offuscassero.
Così quando nel romanzo il rivale Giraud fa il suo ingresso in campo non si può fare a meno di pensare al metodo investigativo proprio di Sherlock Holmes e dal quale Hercule Poirot rifugge.
In questo caso un Poirot in grande forma, anzi grandissima dato che anche Hastings trama alle sue spalle, e dà il meglio di se per un romanzo pieno di colpi di scena. Forse un po’ troppi, fino a che non cadono nella forzatura ma necessari per tenere viva l’attenzione sulla storia, veloce e scorrevole come tutte le storie di Agatha Christie, che porta ad un finale veramente inaspettato ed ad un assassino che solo colui che indaga la mente umana può individuare ed acciuffare.
Mi è risultato difficile scoprire il colpevole. Tutte le persone che avevo in mente erano sbagliate, forse perché il cattivo della situazione è un po’ troppo inaspettato o forse perché ormai le mie celluline grigie hanno definitivamente cessato di esistere.
In qualsiasi caso quelli che spiccano sono i personaggi che risultano ben caratterizzati, dal protagonista al più inutile ai fini della storia. Escono e delineano meglio il personaggio le manie di Poirot, ed in questo caso Hastings passa dal ruolo del semplice narratore a parte attiva nella storia. Quanto giovi questa attività non lo saprei quantificare, ma almeno interviene un po’ anche lui ed aumenta il coinvolgimento del lettore. Però dovrebbe smettere di correre dietro alla prima venuta! Ed accade, ma… sembra che se fosse stata la sua Cenerentola o un’altra donna single, o diversamente impegnata, per lui sarebbe stato lo stesso. "Decisamente, siete peggio di un turco, Hastings, dovreste farvi un harem!".
Ma le vere protagoniste in questo caso sono le donne che per diversi e particolari motivi risultano essere forti e determinate, anziché semplici oggetti d’arredo. C’è chi trama, chi tesse e chi disfa.
Avendo visto prima il film con David Suchet che il romanzo ha ispirato però ho visto i suoi limiti. Una piccola introduzione con il caso che ha ispirato il delitto, così come accade nel film, sarebbe stata meglio dato che l’ignoto di certo non aiuta il lettore-investigatore. O comunque sarebbe stata utile anche solo una prefazione nella quale spiegare il fatto di cronaca francese che ha ispirato il romanzo.
Ed avrebbe messo più pepe alla competizione tra Poirot e Giraud una piccola posta in palio.
Ma con il senno di poi ed un acuto senso critico tutti sapremmo scrivere il romanzo perfetto.
Insomma…Come dice lo stesso Poirot “Il delitto è un’abitudine” ed io ci aggiungerei “anche poco originale”, come si evince da questo capitolo!
In 3 parole: Poirot vs. Holmes
Se uno è alto e magro l’altro è basso e grossoccio, se uno è l’uomo d’azione e dedito alle armi l’altro si guarda bene dal muovere un solo dito per fare attività fisica o premere un grilletto, se il primo è sempre macchiato o ha le mani rovinate da numerosi esperimenti chimici il secondo non ammette alla sua vista un singolo capello fuori posto perché tutto deve essere in ordine ed impeccabile. E se spesso Sherlock ricorre a sostanze stupefacenti, Hercule non permetterebbe mai che le sue celluline grigie si offuscassero.
Così quando nel romanzo il rivale Giraud fa il suo ingresso in campo non si può fare a meno di pensare al metodo investigativo proprio di Sherlock Holmes e dal quale Hercule Poirot rifugge.
In questo caso un Poirot in grande forma, anzi grandissima dato che anche Hastings trama alle sue spalle, e dà il meglio di se per un romanzo pieno di colpi di scena. Forse un po’ troppi, fino a che non cadono nella forzatura ma necessari per tenere viva l’attenzione sulla storia, veloce e scorrevole come tutte le storie di Agatha Christie, che porta ad un finale veramente inaspettato ed ad un assassino che solo colui che indaga la mente umana può individuare ed acciuffare.
Mi è risultato difficile scoprire il colpevole. Tutte le persone che avevo in mente erano sbagliate, forse perché il cattivo della situazione è un po’ troppo inaspettato o forse perché ormai le mie celluline grigie hanno definitivamente cessato di esistere.
In qualsiasi caso quelli che spiccano sono i personaggi che risultano ben caratterizzati, dal protagonista al più inutile ai fini della storia. Escono e delineano meglio il personaggio le manie di Poirot, ed in questo caso Hastings passa dal ruolo del semplice narratore a parte attiva nella storia. Quanto giovi questa attività non lo saprei quantificare, ma almeno interviene un po’ anche lui ed aumenta il coinvolgimento del lettore. Però dovrebbe smettere di correre dietro alla prima venuta! Ed accade, ma… sembra che se fosse stata la sua Cenerentola o un’altra donna single, o diversamente impegnata, per lui sarebbe stato lo stesso. "Decisamente, siete peggio di un turco, Hastings, dovreste farvi un harem!".
Ma le vere protagoniste in questo caso sono le donne che per diversi e particolari motivi risultano essere forti e determinate, anziché semplici oggetti d’arredo. C’è chi trama, chi tesse e chi disfa.
Avendo visto prima il film con David Suchet che il romanzo ha ispirato però ho visto i suoi limiti. Una piccola introduzione con il caso che ha ispirato il delitto, così come accade nel film, sarebbe stata meglio dato che l’ignoto di certo non aiuta il lettore-investigatore. O comunque sarebbe stata utile anche solo una prefazione nella quale spiegare il fatto di cronaca francese che ha ispirato il romanzo.
Ed avrebbe messo più pepe alla competizione tra Poirot e Giraud una piccola posta in palio.
Ma con il senno di poi ed un acuto senso critico tutti sapremmo scrivere il romanzo perfetto.
Insomma…Come dice lo stesso Poirot “Il delitto è un’abitudine” ed io ci aggiungerei “anche poco originale”, come si evince da questo capitolo!
In 3 parole: Poirot vs. Holmes