venerdì 22 febbraio 2013

Un Giovedì in Giallo: Una piccola storia ignobile di Alessandro Perissinotto


Buondì! ^^

Non sono impazzita...Nonostante il mio senso del tempo sia pessimo so fin troppo bene che oggi è venerdì. Volevo postare questa recensione ieri, giustamente, ma dopo essermi rimessa in pari con i vari telefilm che seguo ed aver aggiornato Anobii nel quale non entravo da fine Gennaio il mio tempo si è volatilizzato ._. Ho iniziato a scrivere la recensione ieri sera, ma poi mi è calata la palpebra ed ho preferito migrare verso il letto prima di far danni. Sono già abbastanza illogica da sveglia, figuratevi da assonnata.

Un giovedì in giallo è una rubrica creata da Giulie del blog L'albero delle gocciole che consiste nel presentare le ultime novità del genere in questione, quindi polizieschi, thriller, etc...Nel mio piccolo ho però previsto una modifica, ovvero ho deciso di renderla un po' più generica trattando anche vecchi gialli che hanno fatto la storia del genere e, perché no,vorrei proporre anche delle recensioni quando mi è possibile.


Voto:  su 10
Titolo: Una piccola storia ignobile
Autore: Alessandro Perissinotto

Editore: Rizzoli (Collana: SuperPocket)
Pagine: 247 Formato: Brossura
Prezzo: 5,60€
Isbn: 9788846208972

Trama: C'è un silenzio che non ti aspetteresti a pochi chilometri da Milano. Lontano, sulla statale, passano i camion, ma il loro rumore qui non è niente, è solo una vibrazione sorda e profonda. Così, i colpi della mia pala risuonano molto più di quanto vorrei. A San Valentino il telefono di Anna Pavesi, psicologa disoccupata, squilla, ma per lei, separata da poco, nessun messaggio d'amore. Dall'altra parte del filo c'è Benedetta Vitali, manager rampante e figlia della Milano "bene". È tormentata dal senso di colpa nei confronti di una sorellastra, Patrizia, da sempre abbandonata al suo destino; ma è tardi per rimediare: Patrizia è morta travolta da un'auto pirata. Quello che Benedetta chiede ad Anna è di aiutarla a ricostruire l'immagine della sorellastra, di aiutarla ad avere almeno il ricordo di lei, dato che persino la salma è scomparsa. Anna, a corto di soldi, accetta questo strano incarico, accetta di far luce sugli ultimi mesi di vita di Patrizia. In un'indagine insolita e spinosa Anna svela poco a poco ciò che si nasconde dietro una serie di pacifiche e ordinarie esistenze, fino a scoprire dove si annida la banalità del male, a comprendere che dietro alla maggior parte degli omicidi non c'è l'estetica perversa del serial killer, ma la brutale normalità di una piccola storia ignobile.

L'autore: Alessandro Perissinotto (Torino, 1964) insegna Teorie e tecniche della scrittura (e potrei dire anche bene ù.ù) all’Università di Torino. Per Rizzoli ha pubblicato Al mio giudice (Superpremio Grinzane Cavour 2005) e la trilogia che vede protagonista la detective Anna Pavesi. I suoi romanzi sono tradotti in molti Paesi europei e in Giappone.

Recensione: Devo fare un mea culpa ed ammettere che purtroppo leggo pochi romanzi italiani a causa di non so quale pregiudizio ormai radicato in me. Purtroppo poi rischio di perdermi libri come questo, e che a volte sono diecimila volte meglio di qualsiasi americanata, il cui unico limite sono i refusi di stampa. Una piccola storia ignobile è un noir scorrevole e carico di suspense, grazie anche all'espediente utilizzato da Perissinotto di alternare fatti passati con dei piccoli flash sul presente finché i due tempi non si fondono per diventare un tutt'uno, tanto che non ci si vorrebbe mai staccare dal libro.
Le descrizioni accurate, ma senza fronzoli, fanno da sfondo ad una storia avvolta nella nebbia milanese e nella quale nulla è ciò che sembra.
L'intera vicenda è raccontata in prima persona dalla protagonista che, mentre si ritrova a scavare in un boschetto per provare la propria teoria, ripercorre i propri passi per capire come una psicologa squattrinata si sia ritrovata a fare i conti con un compito che non le appartiene.
In Anna ho trovato una protagonista ben caratterizzata anche se non sempre credibile. L'introduzione di un'investigatrice al di fuori del panorama poliziesco riporta un po' indietro nel tempo, a quando nei gialli ci si trovava a fare i conti con una polizia incapace di compiere il proprio dovere e bisognosa di aiuto esterno per risolvere un caso in fin dei conti molto semplice. La complessità che invece sta dietro la morte di Patrizia arriva man mano che Anna scava nel suo passato. Nella protagonista ho rivisto anche Stephanie Plum, la cacciatrice di taglie della Evanovich, dato che come lei Anna si ritrova a svolgere un mestiere che non le appartiene ma che le permette di sopravvivere. Tuttavia Anna ha il pregio di sembrare più reale dato che il suo personaggio è stato spogliato della componente chick lit. In Anna ci si può immedesimare, come accade, e ben presto ci si ritrova ad immaginarsi piccole detective. Purtroppo io mi sono immedesimata fin troppo e come la protagonista ho puntato fin da subito il dito sulla persona sbagliata ed ho immaginato moventi sempre più particolari senza soffermarmi invece sulla banalità del male.
L'unica pecca che ho riscontrato si trova nella vita privata della psicologa (a tempo perso ormai :-P) e guarda caso ruota intorno alla sua nascente storia d'amore. Da poco separata a causa delle continue scappatelle dell'ormai ex marito si ritrova ad instaurare una tresca proprio con un medico sposato. Forse per inesperienza mi ritrovo a pensare che le cornute e mazziate facciano fronte comune, ma non riesco a trovare credibile la situazione in cui si trova Anna. Non riesco a credere che qualcuno si butterebbe con così tanta facilità tra le braccia di qualcuno pur sapendo cosa potrebbe provare la moglie lasciata in solitudine a casa. Buh...
Comunque ci si riprende con i personaggi minori che sono stati curati tanto quanto la stessa protagonista. Forse un po' troppo quando ci si concentra sulla vicina di casa, ma regalano comunque uno spaccato sulla nostra società.
Recensione in tre parole: Piccole detective crescono.

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