Giovedì scorso per la rubrica Un giovedì in giallo vi avevo presentato Le lacrime della giraffa di Alexander McCall Smith ed oggi sono qui per recensirlo ^^ Mi ripeto solo un attimo per quanto riguardano i dati e la trama e poi via con la recensione.
Voto:
Titolo: Le lacrime della giraffa
Autore: Alexander McCall Smith
Traduttore: Bertola S.
Editore: TEA (Collana TeaDue)
Pagine: 240 Formato: Brossura
Prezzo: 8,60€
Isbn: 9788850207039
Trama: A Gaborone, capitale del Botswana, la signora Precious Ramotswe è molto rispettata: è la fondatrice della N° 1 Ladies Detective Agency, la prima e unica agenzia investigativa del piccolo paese dell’Africa meridionale diretta da una donna. Suo padre avrebbe preferito che aprisse una macelleria, ma lei ha poi deciso di fare la detective privata. Gran bevitrice di tè rosso, gentile come tutti i golosi e portata alla riflessione filosofica (ma solo fino a un certo punto), la signora Ramotswe ha imparato presto come portare un po’ di ordine nelle vite ingarbugliate dei suoi clienti, usando il suo cervello fino e soprattutto il suo gran cuore. Doti che le saranno indispensabili per affrontare il caso della signora Curtin e di suo figlio Michael, scomparso nel deserto ormai da dieci anni...
L'autore: Alexander McCall Smith, nato nello Zimbabwe, dove è cresciuto prima di completare gli studi in Scozia, vive almeno due vite. In una è professore di Medicina legale all'Università di Edimburgo, autore di dotte opere specialistiche e vicepresidente della commissione inglese per la genetica; nell'altra è scrittore di gialli e creatore di diverse serie di mystery la cui fama si è prodigiosamente diffusa in tutto il mondo.
Alexander McCall Smith su Internet:
http://www.randomhouse.com/features/mccallsmith/ Sito della Random House dedicato all'autore (in inglese)
Recensione: Prima di tutto devo mettervi in guardia su una cosa: Non si può leggere questo libro se in casa non si ha una scorta ben fornita di tè, e siccome sono seduta davanti al pc con una tazza di tè alla menta direi che non lo si può neanche recensire :-P
La signora Ramotswe beve tè rosso in continuazione, soprattutto se a prepararlo è la sua segretaria, nonché futura assistente detective, la signorina Makutsi.
E’ davvero un peccato, però, che il libro non faccia venire anche voglia di aprire un’agenzia di investigazione privata. Come mi aveva già anticipato Simo in un commento questo libro di Alexander McCall Smith è un giallo un po’ atipico. Atipico nel senso che l’atmosfera poliziesca non è altro che una scusa per poter parlare dell’Africa e soprattutto per farlo in maniera non stereotipata.
Probabilmente in realtà la signora Ramotswe non si comporta in modo poi molto lontano da quanto avviene nella realtà; indaga sul poco che ha e poi ne fa una supposizione perché “sente” che sia così. E ci azzecca, perbacco se ci azzecca. Peccato però che se il cattivo avesse sempre e solo la faccia del malvagio come unico indizio i detective privati non avrebbero molto lavoro perché li precederebbe la polizia ed in questo modo a noi viene meno la suspense o coinvolgimento deduttivo.
Beh...Rimane sempre l’Africa no? Ed invece no. Anche se non viene presentata l’Africa stereotipata, l’Africa dei bambini dal pancino gonfio, del safari e della carestia, McCall Smith la descrive solamente in modo superficiale e forse anche, oggi, già conosciuta.
Se poi vogliamo parlare dei personaggi mi spiace veramente tanto per JLB Matekoni perché purtroppo è descritto senza spina dorsale. Generoso si, ma con la forza di volontà di un gamberetto. E’ davvero un peccato che non sia all’altezza della signora Ramotswe ed è davvero un peccato che non si faccia rispettare in casa propria. Già dal primo momento che lo conosciamo la domestica gli mette i piedi in testa, criticando anche in maniera sgradevole la sua fidanzata, e lui non fa nulla.
Mah...Il libro mi è risultato insipido.
Vedremo come va con il seguito.
Alexander McCall Smith su Internet:
http://www.randomhouse.com/features/mccallsmith/ Sito della Random House dedicato all'autore (in inglese)
Recensione: Prima di tutto devo mettervi in guardia su una cosa: Non si può leggere questo libro se in casa non si ha una scorta ben fornita di tè, e siccome sono seduta davanti al pc con una tazza di tè alla menta direi che non lo si può neanche recensire :-P
La signora Ramotswe beve tè rosso in continuazione, soprattutto se a prepararlo è la sua segretaria, nonché futura assistente detective, la signorina Makutsi.
E’ davvero un peccato, però, che il libro non faccia venire anche voglia di aprire un’agenzia di investigazione privata. Come mi aveva già anticipato Simo in un commento questo libro di Alexander McCall Smith è un giallo un po’ atipico. Atipico nel senso che l’atmosfera poliziesca non è altro che una scusa per poter parlare dell’Africa e soprattutto per farlo in maniera non stereotipata.
Probabilmente in realtà la signora Ramotswe non si comporta in modo poi molto lontano da quanto avviene nella realtà; indaga sul poco che ha e poi ne fa una supposizione perché “sente” che sia così. E ci azzecca, perbacco se ci azzecca. Peccato però che se il cattivo avesse sempre e solo la faccia del malvagio come unico indizio i detective privati non avrebbero molto lavoro perché li precederebbe la polizia ed in questo modo a noi viene meno la suspense o coinvolgimento deduttivo.
Beh...Rimane sempre l’Africa no? Ed invece no. Anche se non viene presentata l’Africa stereotipata, l’Africa dei bambini dal pancino gonfio, del safari e della carestia, McCall Smith la descrive solamente in modo superficiale e forse anche, oggi, già conosciuta.
Se poi vogliamo parlare dei personaggi mi spiace veramente tanto per JLB Matekoni perché purtroppo è descritto senza spina dorsale. Generoso si, ma con la forza di volontà di un gamberetto. E’ davvero un peccato che non sia all’altezza della signora Ramotswe ed è davvero un peccato che non si faccia rispettare in casa propria. Già dal primo momento che lo conosciamo la domestica gli mette i piedi in testa, criticando anche in maniera sgradevole la sua fidanzata, e lui non fa nulla.
Mah...Il libro mi è risultato insipido.
Vedremo come va con il seguito.
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