Bonne Soire!
Uh, com’è tardi @.@
Spero di riuscire a pubblicare questo post in mezz’ora, non perché
Maria Annunziata mi preme, ma perché domani mattina dovrei tentare di uscire
O.O
Nonostante sia tardissimo non posso rinunciare all’inaugurazione
della rubrichetta nuova *-* Come dicevo nel post precedente è molto intuitiva
per coloro che seguono la trasmissione di Rai3 Per un pugno di libri condotta,
quest’anno, da Veronica Pivetti e da Piero Dorfles. Per chi non lo conoscesse sostanzialmente è un gioco
basato tutto sui libri dove due classi si contendono il premio finale che altro
non è che...libri. Tra una manche e l’altra il prof. Dorfles consiglia alcuni testi
per cui io non farò altro che riportare qui i suoi consigli. Lo farei la
domenica stessa, ma è la giornata Non solo libri del blog per cui il tutto slitta
necessariamente al giorno successivo.
Chi segue la trasmissione si sarà reso conto che inizio con una puntata di ritardo, ma niente panico...I consigli dati l'8 Gennaio li posterò la settimana successiva al termine della stagione.
Inizio innanzi tutto con presentarvi il libro di puntata per
poi passare ai vari consigli:
Autore: Thomas Mann
Traduttore: Zampa G. e Mazzucchetti L.
Editore: Mondadori (Collana: Oscar scrittori moderni)
Pagine: 196 Formato: Brossura
Prezzo: 7,00€
Isbn: 978880445104
Trama: Tre racconti ambientati fra la borghesia tedesca degli anni Venti e a Forte dei Marmi, nei primi anni del fascismo. Tre storie brevi nelle quali il grande scrittore tedesco tocca i vertici della narrativa del Novecento.
L'autore: Thomas Mann (Lubecca, 1875 - Kilchberg, Zurigo, 1955), scrittore e saggista, è uno dei massimi autori del Novecento tedesco ed europeo. Premio Nobel nel 1929, in contrasto con il regime nazista visse esule dal 1933 prima in Svizzera, poi negli Stati Uniti prima di rientrare a Zurigo nel 1952. Mann si impose all'attenzione del pubblico e della critica con I Buddenbrook (1901) cui fecero seguito altri capolavori quali La morte a Venezia (1912), La montagna incantata (1924) e Doktor Faustus (1947). Tutte le sue opere principali sono nella collezione Oscar.
Titolo: Per mano mia
Autore: Maurizio De Giovanni
Editore: Einaudi (Collana: Stile Libero Big)
Pagine: 316 Formato: Brossura
Prezzo: 18,00€
Isbn: 9788806203429
Trama: Natale 1931. Mentre la città si prepara alla prima di Natale in casa Cupiello, dietro l'immagine di ordine e felicità imposta dal regime fascista infieriscono povertà e disperazione. In un ricco appartamento vicino la spiaggia di Mergellina sono rinvenuti i cadaveri di un funzionario della Milizia, Emanuele Garofalo, e di sua moglie Costanza.
La donna è stata sgozzata con un solo colpo di lama, quasi sull'ingresso, mentre l'uomo è stato trafitto nel letto con oltre 60 coltellate.
Colpi inferti con forza diversa: gli assassini potrebbero essere piú d'uno. La figlia piccola si è salvata perché era a scuola. La statuina di san Giuseppe, patrono dei lavoratori, giace infranta a terra. Sulla scena del delitto, Ricciardi, che ha l'amaro dono di vedere e sentire i morti ammazzati, ascolta le oscure ultime frasi della coppia, che non gli dicono granché. Il commissario dovrà girare a lungo, e sempre piú in corsa contro il tempo, per le strade di Napoli per arrivare alla verità.
In compagnia del fidato, ma non privo di ombre, brigadiere Raffaele Maione, che in questo romanzo conquista un deciso ruolo di comprimario. E insidiato nella sua solitudine da una altrettanto inaspettata rivalità tra due giovani donne che piú diverse non si potrebbe. Tra le casupole dei pescatori immiseriti e gli ambienti all'avanguardia della Milizia fascista, una città sempre piú doppia e in conflitto avvolge Ricciardi e Maione in spire sempre piú strette.
Fino allo scioglimento, in una magnifica lunga sequenza ricolma di voci, sapori, odori.
E sangue.
«E invece eccomi qui, rifletté. Di nuovo sulla breccia, come se nulla fosse accaduto.
Come se non fossi morto un altro po', come ogni volta che scopro quanto nera può essere un'anima. Come se fossi ancora vivo».
Il romanzo che inaugura il nuovo ciclo del commissario Ricciardi.
In attesa del Natale, in una Napoli dove si gela di freddo e si muore di fame, familiare e sconosciuta, Ricciardi deve capire le ragioni e le menzogne di un'intera città. Una città che si stende davanti a lui «come un immenso Presepe».
Dove bisogna parlare la lingua dei morti per scoprire ricchezza e miseria della vita.
L'autore: Maurizio de Giovanni (Napoli 1958) ha pubblicato con crescente fortuna da Fandango Libri il primo ciclo del commissario Ricciardi, ambientato nella Napoli del fascismo e composto da Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi (2007), La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi (2008), Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi (2009), Il giorno dei morti. L'autunno del commissario Ricciardi (2010). La serie è tradotta con successo dalla Suhrkamp in Germania, da Payot & Rivages in Francia, da Lumen e La Campana in Spagna.
Per Einaudi, nel 2011, ha pubblicato Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi (Stile Libero Big), con cui inizia il ciclo delle festività, sempre ambientato a Napoli.
Titolo: Il diavolo, certamente
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Mondadori (Collana: Libellule)
Pagine: 176 Formato: Brossura
Prezzo: 10,00€
Isbn: 978880461775
Trama: Due filosofi in lotta per il Nobel, un partigiano tradito da un topolino, un ladro gentiluomo, un magistrato tratto in inganno dal giallo che sta leggendo, un monsignore alle prese col più impietoso dei lapsus, un bimbo che rischia di essere ucciso e un altro capace di sconvolgere un'intera comunità con le sue idee eretiche... E ancora: una ragazza che russa rumorosamente, un'altra alle prese con il tacco spezzato della sua scarpa, una segretaria troppo zelante, una moglie ricchissima e tante, tante donne che amano - tutte - con passione, a volte con perfidia, più spesso con generosità.
Ecco i personaggi che, insieme a molti altri, popolano le pagine di questo libro: un romanzo corale sui desideri e i vizi, gli slanci e le bassezze dell'umanità e insieme un perfetto marchingegno a orologeria. Più che perfetto: diabolico.
33 racconti di 3 pagine ciascuno: 333 e non 666, perché questo, come tutti sanno, è il numero della Bestia, e non si discute sul fatto che mezzo diavolo sia meglio di uno intero. Andrea Camilleri ha scritto racconti dal numero di battute incredibilmente congruente, che nel dattiloscritto consegnato alla casa editrice equivalevano esattamente a tre pagine l'uno. In ognuno di essi, il diavolo suggella la storia con il suo inequivocabile zampino: nel bene o nel male, a noi lettori l'ardua sentenza.
Perché questi racconti, oltre a essere irresistibilmente divertenti, sono anche percorsi da una meditazione accanita e sottile sul senso delle umane sorti, del nostro affannarci per mentire o per apparire, della nostra idea di felicità; i due apologhi filosofici che aprono e chiudono la raccolta non sono che il disvelamento di una trama che sottende tutta la narrazione. E che fa di questo libro un assoluto gioiello: non solo una serie di variazioni musicali sull'eterno tema del male e del destino ma anche una "commedia umana" concentrata in pagine di fulminante, contagiosa energia. Perché un dettaglio luciferino può cambiare segno a una vita intera, ma proprio per questo quella vita - sembra dirci sorridendo Camilleri - vale sempre la pena di viverla senza risparmio.
Ecco i personaggi che, insieme a molti altri, popolano le pagine di questo libro: un romanzo corale sui desideri e i vizi, gli slanci e le bassezze dell'umanità e insieme un perfetto marchingegno a orologeria. Più che perfetto: diabolico.
33 racconti di 3 pagine ciascuno: 333 e non 666, perché questo, come tutti sanno, è il numero della Bestia, e non si discute sul fatto che mezzo diavolo sia meglio di uno intero. Andrea Camilleri ha scritto racconti dal numero di battute incredibilmente congruente, che nel dattiloscritto consegnato alla casa editrice equivalevano esattamente a tre pagine l'uno. In ognuno di essi, il diavolo suggella la storia con il suo inequivocabile zampino: nel bene o nel male, a noi lettori l'ardua sentenza.
Perché questi racconti, oltre a essere irresistibilmente divertenti, sono anche percorsi da una meditazione accanita e sottile sul senso delle umane sorti, del nostro affannarci per mentire o per apparire, della nostra idea di felicità; i due apologhi filosofici che aprono e chiudono la raccolta non sono che il disvelamento di una trama che sottende tutta la narrazione. E che fa di questo libro un assoluto gioiello: non solo una serie di variazioni musicali sull'eterno tema del male e del destino ma anche una "commedia umana" concentrata in pagine di fulminante, contagiosa energia. Perché un dettaglio luciferino può cambiare segno a una vita intera, ma proprio per questo quella vita - sembra dirci sorridendo Camilleri - vale sempre la pena di viverla senza risparmio.
L'autore: Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925) ha lavorato a lungo come sceneggiatore e regista teatrale e televisivo. L'esordio come romanziere è del 1978 con Il corso delle cose. Seguiranno Un filo di fumo (1980), La mossa del cavallo (1999), la raccolta di racconti Un mese con Montalbano (1998), Gli arancini di Montalbano (1999), La scomparsa di Patò (2000), Il re di Girgenti (2001), Racconti quotidiani (2001), La prima indagine di Montalbano, Il medaglione (2005), La pensione Eva (2006), Il colore del sole (2007), Voi non sapete. Gli amici, i nemici, la mafia, il mondo nei pizzini di Bernardo Provenzano (2008), Un sabato con gli amici (2009), L'intermittenza (2010). Nella collana "I Meridiani" sono usciti i due volumi delle opere di Camilleri, Storie di Montalbano e Romanzi storici e civili.
Estratto
Estratto
Titolo: Zone grigie. Conformismo e viltà nell'Italia di oggi.
Autore: Goffredo Fofi
Editore: Donzelli (Collana: Saggine)
Pagine: 226 Formato: Brossura
Prezzo: 16,00€
Isbn: 9788860365576
Sinossi: «Siamo in presenza di tre culture: la cultura della destra, la cultura della “zona grigia” e la cultura di infime minoranze non-consenzienti. La cultura di sinistra è morta da tempo. Per fortuna la zona grigia è fatta di cento sfumature. Ma sempre grigia è, nella sua dominante: la zona di chi vede solo con gli occhi del “particulare” e si lascia volentieri dirigere da altri».
Il 2010 non è stato per l’Italia un anno qualsiasi, perché ha finalmente visto incrinarsi il regime berlusconiano. Anche se a questi segnali di cedimento non è sinora corrisposto un risveglio della sinistra, soprattutto di quella ufficiale, che si è fatta complice volontaria o «innocente» del disastro antropologico e morale del paese. Ad agire da detonatore è stata la crisi internazionale
della finanza e dell’economia «globalizzate», che ha indotto il riaprirsi di situazioni di conflitto più radicali delle quali si andava perdendo il ricordo. Poche sono state le voci che, a sinistra, hanno saputo interpretare questo passaggio e in qualche modo annunciarlo. Attraverso i suoi arguti e puntuali interventi sulla carta stampata, nonché in occasione di convegni e incontri pubblici, Goffredo Fofi ha cercato di dar conto, momento per momento, di ciò che si agitava sul fondo, guardando oltre le superfici e incurante di ogni appartenenza e di ogni «opportunismo».
Bersaglio principale i politici, non meno dei giornalisti – che Fofi considera forse più responsabili del nostro disastro – e degli intellettuali, sia quelli che hanno taciuto che quelli che hanno parlato troppo e pensato poco. Ne viene fuori il quadro di una realtà in cui dominano, per la loro assenza, una verità e una giustizia cui in fondo si è finito per rinunciare. Da dove ricominciare? Forse da un atteggiamento solidale nei confronti di coloro che più duramente hanno sofferto dell’ipocrisia imperante – i più poveri e quelli che meno contano – ma anche di coloro che hanno accettato il berlusconismo e se ne sono fatti complici a causa dell’inadeguatezza, degli abbandoni e delle compromissioni della sinistra: la «zona grigia» cui tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo finito in questi anni per appartenere.
L'autore: Goffredo Fofi è una delle coscienze critiche più acute del nostro presente. Animatore delle riviste «Quaderni piacentini» e «Ombre rosse», ha fondato «Linea d’ombra», «La terra vista dalla luna» e «Lo straniero», di cui è direttore. Tra le sue pubblicazioni per i tipi della Donzelli, ricordiamo Amelio secondo il cinema (1994); Strade maestre. Ritratti di scrittori italiani (1996); I grandi registi della storia del cinema (2008); Zone grigie (2011).
Ah, già la amo questa rubrica, che per una cosa o l'altra non lo guardo mai "Per un pugno di libri"!
RispondiEliminaI particolare tra questi mi fa gola "Il diavolo, certamente"!
Ciao! Scusa se non centra con il post, però volevo farti sapere che ti nominata per il The Versatile Blogger! Passa se ti va'! ;)
RispondiEliminahttp://appoggiatosulcomodino.blogspot.com/2012/01/versatile-blogger.html
Ciao ciao! :)